Rugby, l'arbitro internazionale romano Maria Bea Benvenuti aggredita alle spalle da un giocatore durante un match. Squalificato per 3 anni.

Maria Beatrice Benvenuti
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 14 Dicembre 2016, 23:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 11:14

Il colosso grande e grosso il doppio di lei arriva a tutta velocità alle sue spalle e la atterra con terribile violenza usando come una clava il braccio sinistro teso. Maria Beatrice Benvenuti, 23 anni, romana di Trastevere, il più giovane arbitro internazionale nella storia del rugby, si affloscia al suolo e non si sa come riesca poi a rialzarsi in piedi e ad arbitrare gli ultimi 8 minuti del match a Padova fra Valsugana e Rangers Vicenza. Oddio, chi ne conosce la storia e la fibra sa che la giovane donna ha una fortissima determinazione, ma davvero quella carica vigliacca alle spalle avrebbe lasciato a terra più di un giocatore di ben altra stazza.
 



Una delle scene più dure e soprattutto incredibili, inattese e ingiustificate che il mondo ovale abbia mai ospitato è avvenuta domenica scorsa a Padova e bisogna vedere e rivedere più volte quel breve filmato per rendersi conto dell'assoluta gravità e assurdità della vicenda che ha portato oggi a una interdizione per tre anni per Bruno Andres Doglioli, estremo italo-argentino 34enne dei Ranger, come riportato nel provvedimento firmato dai giudici federali, gli avvocati Marco Cordelli e Francesco Grillo. Per tre anni, in altre parole, il giocatore non potrà giocare e nemmeno rivestire alcuna funzione nel mondo del rugby federale: accompagnatore, tecnico del minirugby, dirigente, niente di niente.

Game over, viene da pensare data l'età del giocare. Notando inoltre - riporta la nota della Fir - che si tratta della sanzione più pesante inflitta in queste circostanze dal giudici sportivi del rugby negli ultimi venti anni, a sottolineare l'abnormità del gesto commesso ("un deliberato atto di violenza") ritenuto anche caricato dalle aggravanti della "velnerabilità dell'arbitro" e  dei "futili motivi" dai magistrati. La radiazione, ovvero il massimo della pena? Il giocatore non ha precedenti e la partita è stata regolarmente portata a termine, a differenza di altri rarissimi episodi in serie minori in cui il direttore di gara venne costretto a non concludere il match per l'aggressione subita. 

Il giocatore, a quel che risulta, non avrebbe fornito giustificazioni: in una nota del club successiva all'interdizione l'italoa-argentino esprime "il suo più sincero pentimento all'arbitro", mentre la società già prima della sentenza del giudice sportivo ha sospeso il giocatore da attività e stipendio. Che, visto che ci troviamo nella serie A del rugby che in realtà è la serie B, è una somma, quando c'è, quando è prevista, da apprendista alle prime armi. Per quel che poi può valere parlare di salari in un contesto quale il rugby, in cui il 99,5% dei tesserati viene ripagato da ogni fatica solo dalla gioia di giocare: così l'aggressione subita dall'arbitro Benvenuti lascia ancora più sbigottiti nella sua storica unicità.

Non è una novità, nonostante Maria Bea Benvenuti sia solo classe 1993, che lei arbitri nella serie A maschile. La romana ha del resto bruciato le tappe fin da quando ha deciso di arbitrare a poco più di diciassette anni mentre i fratelli giocavano nel vivaio del Cus Roma e dell'Unione rugby capitolina: nessuno alla sua età aveva mai arbitrato finali di campionato, test match internazionali venendo selezionata anche per i mondiali femminili del 2015 a Parigi e per il rugby a 7 alle Olimpiadi di Rio. Un fenomeno,  e senza avere alle spalle una federazione potente come quelle anglosassoni.

E vale la pena di ricordare, dato che la vicenda è destinata a valicare i confini del rugby che pure sono in continua e rapida espansione anche grazie alla verve di persone di valore come la Benvenuti, anche esperta in tv per DMax durante il Sei Nazioni, che nella palla ovale solo il capitano può rivolgersi all'arbitro, premettendo: "Mi scusi, signore". E che Doglioli, originario di Rosario, ex Petraca Padova e Verona, nel match di domenica all'Altichiero fosse persino il capitano del Vicenza allenato da Roberto Rampazzo non fa che accrescere lo sgomento.
 
 


L'AGGRESSIONE
Al 72' di Valsugana Padova-Rangers Vicenza, con il risultato già definitivamente scolpito sul 38-5, davanti a 150 spettatori (già, la serie A del rugby italiano) fra i quali il commissioner arbitrale Giovanni Morandin (anch'egli internazionale), Maria Beatrice Benvenuti sta seguendo un'apertura dei trequarti padovani dopo un raggruppamento e, seguendo alla lettera la tecnica arbitrale, sta dando le spalle al Vicenza. Così, mentre inizia la torsione del busto per seguire gli sviluppi del gioco, non può vedere che dietro di lei sta arrivando lanciato l'estremo Doglioli che non avrebbe riservato tanta furia nemmeno a un avversario. 

L'arbitro è completamente alla mercé di quell'aggressione: l'impatto è devastante e la Benvenuti finisce a terra schiantata. Subisce un colpo di frusta come nei peggiori tamponamenti e poi sbatte anche il capo sul terreno. Fa male vedere quelle immagini anche perché non te le saresti mai immaginate. Non ce ne sono, anche nella memoria di chi segue questo gioco da lungo tempo, precedenti di questo tipo, di questa violenza sui direttori di gara. Nei peggiori dei rarissimi casi relegati nelle serie minori, ci può essere stato un alterco, al più una spinta, un ceffone contro l'arbitro, ma sono casi che si contano sulla punta delle dita. Nel rugby il rispetto dell'arbitro è la prima "regola" che si insegna ai bambini e ai loro genitori, se ancora non conoscono l'ambiente.

Non c'è alcun dubbio che il gesto, nemmeno definibile un placcaggio, sia stato volontario: il pallone era lontano e tra il giocatore e l'arbitro non c'erano avversari da affrontare. A volte capita, nella concitazione del gioco, che un arbitro finisca urtato per errore oppure che venga involontariamente risucchiato in un raggruppamento, ma questa volta le immagini sono chiarissime. E allucinanti. Soprattutto inedite, inattese, come hanno avuto modo di constatare anche i vertici europei della giustizia del rugby ieri a Londra per esaminare i casi dei campionati e delle coppe. Non sono loro ad occuparsi di questa vicenda della remota serie A italiana, ma ugualmente il loro stupore è stato massiccio: non si ricordano episodi di questa portata.

"Ho dovuto vedere più volte quelle immagini - dice poi Maurizio Vancini, presidente del Comitato nazionale arbitri di rugby - perché appunto lasciano stupefatti, oltre che addolorati per Maria Beatrice. E per il nostro mondo. Uno cerca di individuare un errore di valutazione del gesto, un elemento di confusione, di casualità, ma poi non resta che rassegnarsi a quell'aggressione alla spalle. Impossibile anche immaginare un movente che inneschi tale violenza".

Il giocatore del Vicenza era stato il primo dei tre compagni di squadra a meritarsi un cartellino giallo al 32' del primo tempo. Ovvero era restato escluso da gioco per 10 minuti. Ma, sempre per quel che può contare in questa follia, il Vicenza non è mai stato in partita (sei mete a una) e nemmeno una forte dose di norvosismo a buon mercato può essere alla base di quel che è accaduto.

Un fatto talmente sorprendente che l'arbitro, una volta rialzatasi, non ha preso provvedimenti: come immaginare che fosse volontaria quella carica? C'è da dire che la violenza dell'impatto deve avere frastornato la Benvenuti (e come poteva essere diversamente?) ma lei, con grande senso di responsabilità e facendo affidamento all'esperienza e alla tenuta fisica frutto di allenamenti quotidiani, ha condotto la partita fino al termine. Mancavano solo 8 minuti e ormai la partita dal risultato chiuso è filata via liscia con il pallone che ha viaggiato parecchio, ma in pochi ci sarebbero riusciti. Difficile comprendere anche l'atteggiamento dei giocatori, sia i compagni di Doglioli che gli avversari, probabilmente anche loro sorpresi da quel gesto brutale. E poi la Benvenuti non aveva fermato il match.

Poi, dolorante, l'arbitro negli spogliatoi ha cominciato a realizzare quello che era accaduto e che dalla tribuna si era visto benissimo. E con le fitte di dolore alla schiena e al collo sempre più lancinanti la Benvenuti si è fatta in seguito medicare al pronto soccorso. In questo periodo di riposo verranno eseguite visite specialistiche per valutare in pieno le eventuali conseguenze dell'impatto, oltre alle già evidenziate forti contusioni. Potrebbero esserci gli estremi anche per una denuncia penale, anche perché in questi anni è venuta meno per tali frangenti  la questione della clausola compromissoria.

Abbattuta alle spalle, la Benvenuti, in un campo della serie A italiana dopo che una settimana fa aveva arbitrato le World Series di Seven a Dubai. Quando si è diffusa la notizia dell'aggressione le sono subito arrivate tante manifestazioni di solidarietà anche dai colleghi e dalle colleghe di ogni parte del mondo. 

LA NOTA DELLA FIR

Il tesserato della Società Rangers Rugby Vicenza Bruno Andres Doglioli è stato interdetto per tre anni da ogni forma di attività federale dal Giudice Sportivo della Federazione Italiana Rugby, Marco Cordelli, a seguito dell’incidente di gioco che in occasione del match di Serie A tra Valsugana Padova e Rangers Rugby Vicenza disputato domenica scorsa lo ha visto protagonista di un deliberato atto di violenza nei confronti del direttore di gara, Maria Beatrice Benvenuti.

La Federazione Italiana Rugby desidera ribadire come, nel comminare la pena – la più alta inflitta nell’ultimo ventennio – sia stato applicato un principio di tolleranza zero nei confronti di un tesserato venuto meno non solo al regolamento di gioco ma, soprattutto, ai valori fondanti del nostro sport.

Il gesto del tesserato dei Rangers Rugby Vicenza è inaccettabile nei confronti del direttore di gara e della persona e la sanzione adottata ribadisce la ferma posizione di FIR nei confronti di chi abusa, verbalmente o fisicamente, degli ufficiali di gara.

LA NOTA DELLA SOCIETA'
La società Rangers Rugby Vicenza intende ribadire la sua decisa condanna per il gravissimo episodio che ha visto protagonista il suo tesserato Bruno Doglioli, e per il quale la società ha deciso la sua immediata sospensione prima dell’interdizione sancita dalle autorità sportive competenti.

Si tratta di una vicenda per la quale non vi è alcuna giustificazione, se non quella di un gesto dettato da un momento di perdita del controllo nervoso del giocatore che pure in decenni di carriera si è sempre distinto per professionalità e correttezza.

Lo stesso Bruno Doglioli, consapevole della gravità di quanto accaduto, vuole trasmettere in primis all’arbitro Maria Beatrice Benvenuti il suo più sincero pentimento. Nel contempo, chiede scusa ai compagni di squadra, ai tesserati, agli sponsor ed ai tifosi per un episodio che rischia di danneggiare l’immagine di questo meraviglioso sport. Nei suoi 40 anni di vita la società vicentina ha sempre trasmesso i principi del rugby: correttezza e lealtà.

Per questo motivo i vertici della Rangers Rugby Vicenza ribadiscono con forza che, tale episodio non deve in alcun modo cancellare quanto ogni giorno viene svolto dalle centinaia di volontari che con passione e abnegazione si impegnano per la diffusione di questa disciplina sportiva.
Su tali principi continuerà a svilupparsi l’attività della società, che proprio in questi giorni stava avviando la ricerca di rinforzi alla prima squadra che le consentissero di affrontare la seconda parte della stagione con maggiore tranquillità.


 

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