Rugby, Maria Beatrice Benvenuti arbitrerà alle Olimpiadi di Rio, l'inarrestabile carriera della 22enne romana - La video intervista

Maria Beatrice Benvenuti
di Paolo Ricci Bitti
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Lunedì 11 Aprile 2016, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 10:34

Non sappiamo ancora quando e tra chi o tra che cosa verrà giocata la prima partita di rugby su Marte, ma possiamo fin d'ora scrivere che ad arbitrarla sarà la romana ventiduenne Maria Beatrice Benvenuti che è stata convocata per le Olimpiadi di Rio de Janeiro dove, ancora una volta, sarà in assoluto la più giovane fra i colleghe e i colleghi di tutto il mondo. Nonché l'unica rappresentante del rugby italiano che non è riuscito - com'era ultraprevedibile - a qualificare la squadra maschile e quella femminile per il ritorno della palla ovale, sia pure in versione seven, ai giochi olimpici dal 1924. 

«Ci avevo puntato fin da quando ho iniziato ad arbitrare - dice Maria Bea, di Trastevere, che a 16 anni metteva già in riga i giganti sui campi fangosi dei Castelli - ma da quando ho saputo che accadrà davvero mi batte il cuore a mille. E sono così felice di portare un po' d'Italia in questo primo torneo di rugby a 7 alle Olimpiadi. Sono onorata di poter rappresentare il nostro rugby e il Comitato nazionale arbitri ai Giochi. Non vedo l’ora di imbarcarmi per il Brasile».


Il sogno olimpico di Maria Beatrice from federugby on Vimeo.


Non che manchino appunto le parole alla già brillante studentessa del liceo classico Giulio Cesare e del corso universitario di Scienze motorie, al punto che da due anni la romana è anche voce e volto di DMax per raccontare quello che avviene, dal punto di vista arbitrale, nelle partite del Sei Nazioni e nei test match: e chi mastica un po' di rugby sa che cosa significhi spiegare in maniera comprensibile le dinamiche ingarbugliatissime ad esempio degli ingaggi delle prime linee della mischia. Ma per Maria Bea non è mai un problema. Ricapitoliamo fino all'odierna convocazione da parte di World Rugby, la Fifa della palla ovale: bruciate le tappe nel dirigere il rugby giovanile italiano (indimenticabile il debutto a 16 anni: 6 dicembre 2009 Villa Pamphili-Roma Olimpic under 14), la ragazza è stata la più giovane ammessa nell'Accademia degli arbitri, la più giovane arbitro internazionale al mondo, la più  giovane arbitro alle universiadi a Kazan, la più giovane arbitro nel circuito World Seven, la più giovane arbitro ai Mondiali di Parigi (ormai due anni fa), la più giovane arbitro a dirigere un match della serie A maschile. Da tre anni non fa in tempo a disfare il trolley di ritorno dal Canada che deve già ripartire per il Dubai o l'Argentina senza dimenticare di portare i testi per il prossimo esame e l'ultimo libro di Camilleri, amico dei genitori Alessandro, veterinario, e Paola.  Una ragazza infaticabile temprata da atletica e triathlon e che si ispira al campione dei campioni, il capitano degli All Blacks, Richie McCaw, e al mediano di apertura delle azzurre, Veronica Schiavon.
 


Ma adesso va detto dello scoglio più arcigno che la romana ha dovuto doppiare per arrivare a Rio nonostante i voti sempre altissimi riportati in ogni competizione: il movimento italiano di santi in paradiso ne ha ancora pochi, sia per i risultati sul campo sia perché a dettare legge sono sempre le home unions che a rugby giocano da metà del 1800, e quindi non è facile sostenere i propri fischietti di fronte a una concorrenza enorme e spesso anche un po' spocchiosa. L'autorevolezza che Maria Bea ha dovuto sciorinare davanti ai padroni del vapore è stata ed è stellare. Per dirne una, è di questi giorni la magnifica notizia che Marius Mitrea (34 anni)  arbitrerà Inghilterra-Galles, un test match estivo, il che è senz'altro lusinghiero visto che si tratta di due grandi del rugby per la prima volta affidate a un italiano, ma finora il ruolo ci è negato nel Sei Nazioni.  E il precedente più significativo riguarda Galles-Canada del 2001 condotto dal romano Giulio De Santis.

Quindi la carriera della Benvenuti è fenomenale: quando scenderà in campo a Rio avrà da poco compiuto 23 anni e già che c'é non manca di dispensare consigli alla sorella minore Maria Clotilde che ha deciso anche lei di fare l'arbitro di rugby, sport giocato dai due fratelli Pietro e Leone all'Unione rugby capitolina in via Flaminia, dove il direttore tecnico, Daniele Pacini, tre anni fa regalò a chi scrive un prezioso vaticinio: "La vedi quella ragazza castana che si sta allenando in palestra? Diventerà un arbitro internazionale ai massimi livelli". "Confermo", aggiunse subito dopo l'arbitro Giulio De Santis. Urca, due due massimi competenti e anche visionari del rugby italico così convinti. Non c'era tempo da perdere: "Mi scusi, posso farle qualche domanda?" 

Carta canta: in quella sua primissima intervista l'appena ventenne chiuse dicendo che il «suo sogno era quello di arbitrare ai giochi olimpici in Brasile» e che ce l'avrebbe messa tutta per riuscirci. Che carattere, Maria Bea.

LA SUA PRIMA INTERVISTA E I COMPLIMENTI
DELLA MOGLIE DELL'ALLENATORE SCALMANATO


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