Rugby, oggi Francia-Italia nello stadio blindato, gli azzurri con sei debuttanti chiamati subito all'impresa, l'eterna sfida dei duellanti Brunel e Novés

Rugby, oggi Francia-Italia nello stadio blindato, gli azzurri con sei debuttanti chiamati subito all'impresa, l'eterna sfida dei duellanti Brunel e Novés
di Paolo Ricci Bitti
4 Minuti di Lettura
Sabato 6 Febbraio 2016, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 14:58

dal nostro inviato
PARIGI  Di nuovo di fronte come capita da 42 anni, partita dopo partita: Jacques Brunel e Guy Novès, 62enni nati a un mese di distanza l’uno dall’altro, si fanno un baffo dei “Duellanti” di Conrad e Scott.
E anche oggi, sotto un cielo grigio e freddo freddo, sarà Novès ad avere la squadra più forte dalla parte del manico: lui sempre graniticamente sul ponte della corazzata Tolosa, prima giocatore e poi allenatore con un mostruoso palmares di 10 scudetti e quattro Coppe dei campioni prima di prendere in novembre il comando della Francia da rifondare, mentre Brunel si è abituato a fargli una guerra da corsaro con l’Auch, il Pau, il Perpignan. E qualche volta la corazzata è pure caduta nella trappola, come quando l’attuale allenatore dell’Italia ha portato il Perpignan a vincere lo Scudo di Brennus nel 2009 dopo 54 anni di attesa.
Una rivalità forte quanto la loro amicizia, saldata anche dal periodo in cui, all’alba del terzo millennio, hanno ufficiosamente allenato insieme gli avanti della Francia del ct Laporte. E poi chi ha ha nominato nuovo capitano dei bleus il ct Novès? Il roccioso tallonatore Guirado, figlio di emigranti spagnoli che varcarono i Pirenei, ma soprattutto leader del Perpignan portato al trionfo nel campionato più duro del mondo da... Brunel.  

IL COPIONE
E oggi l’immaginifico sceneggiatore dei “Duellanti” ovali se n’è inventata un’altra: la prima sfida a livello di nazionali sul set più affascinante, il Torneo, in uno stadio blindato e non al completo dopo le stragi jihadiste. E con un copione avvincente: chi uscirà meglio dallo Stade de France dove si affrontano un ct all’inizio del cammino (Novés) che deve obbligatoriamente portare alla gloria (noblesse oblige) e un ct che invece a marzo abbandonerà la panchina azzurra (Brunel), cercando di dimostrare di aver lasciato un’eredità promettente al successore? La risposta non sta per forza nella vittoria o nella sconfitta.

Il successo sarà della Francia, non sembrano esserci margini di incertezza, ammette lo stesso capitano azzurro, Sergio Parisse, da 11 anni a Parigi allo Stade Francais: «Siamo sfavoriti, non c’è dubbio, anche se siamo pronti a giocarci ogni chance». Secondo gli allibratori, Italia sotto di almeno 15 punti (neanche malaccio), mentre con insolita ed inelegante commiserazione l’ex ct azzurro Berbizier ce ne appioppa 30 («Poveri italiani, con quei debuttanti presi dall’Eccellenza (la serie A italiana e non sarà mai troppo presto quando la Fir si deciderla a chiamarla di nuovo così, ndr»). ”Berbize” sa che comunque Novés sarà subito messo in croce se non vince con adeguata grandeur, per di più davanti al presidente Hollande e al primo ministro, Walls.

Brunel, invece, meriterà applausi anche in caso di ko, purché sia ai punti: che successo sarebbe se tenesse bene il campo fino alla fine questa nazionale mai così debole (almeno sulla carta), mai così strana, mai così imbottita di esordienti per colpa di pandemia di infortuni e di qualche scelta tecnica: 4 nel XV, altri 2 in panca! Sei debuttanti, un’enormità, ma sempre uno in meno di quelli osati da Novés, ad alimentare incertezze in questo avvio di Sei Nazioni post Mondiale.

Certo che fa impressione paragonare Mattia Bellini, 21 anni, padovano comunque fisicamente ben messo, saltato dalla serie A (l’Eccellenza) italiana al Torneo, con l’ugualmente debuttante Wirimi Wakatawa, fijiano equiparato e star internazionale del rugby seven. E anche il raffronto tra Odiete (dal Mogliano, primo atleta italiano di colore in nazionale) e il roccioso esordiente Danty non è incoraggiante. Il pilone Lovotti e il tallonatore Gega, nato in Albania e cresciuto in Italia, almeno sono abituati alla Celtic League, ma insomma, mai si è vista tanta gioventù nel XV italiano. Poco più che ventenne è inoltre il pilone Matteo Zanusso che parte dalla panchina mentre l'ultimo dei debuttanti, almeno lui, è il coriaceo equiparato sudafricano Andries Van Schalkwyk, 31 anni e una grande stagione alle Zebre, chiamato a torreggiare in touche al posto del connazionale Geldenhuys, infortunato

Ci pensa, in questa nursery non sappiamo ancora se preoccupante o incoraggiante, il supercapitano Parisse: «Se sono stati chiamati in azzurro vuol dire che hanno qualitàe sta a noi veterani farli entrare nel gioco. E poi la pressione, tutta sulle spalle dei francesi, non è facile da gestire. Nel nostro gruppo c’è grande serenità anche perché sentiamo la responsabilità di un match in un contesto particolare che deve restituire serenità a Parigi. Vedrete che non vi deluderemo».

Parigi, Stade de France – sabato 6 febbraio 2016, ore 15.25
RBS 6 Nazioni, I giornata – diretta DMAX/DeejayTV dalle 14.45
Francia v Italia

Francia: Medard; Bonneval, Fickou, Danty, Vakatawa; Plisson, Bezy; Picamoles, Chouly, Lauret; Maestri, Jedrasiak; Slimani, Guirado, Ben Arous
a disposizione: Chat, Atonio, Poirot, Flanquart, Camara, Machenaud, Doussain, Mermoz
all. Noves

Italia: Odiete; Sarto L., Campagnaro, Garcia, Bellini; Canna, Gori; Parisse (cap), Zanni, Minto; Fuser, Biagi; Cittadini, Gega, Lovotti
a disposizione: Giazzon, Zanusso, Castrogiovanni, Bernabò, Van Schalkwyk, Palazzani, Haimona, McLean
all. Brunel

arb. Doyle (Inghilterra)

 

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