Rugby, Brunel: «Ancora troppi errori, ma abbiamo lanciato molti giovani»

Rugby, Brunel: «Ancora troppi errori, ma abbiamo lanciato molti giovani»
di Christian Marchetti
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Sabato 19 Marzo 2016, 21:24
Jacques Brunel avrebbe preferito ben altro commiato. Ben altro addio ai colori azzurri, di quel patetico «Prima o poi 'sto martirio dovrà pur finire» che è stato Galles-Italia, ultimo atto del Sei Nazioni 2016. E invece eccolo lì, a testa bassa, muovere faticosamente i baffi per dire: «Non esiste una causa soltanto dietro questa sconfitta. Sicuramente abbiamo commesso troppi errori individuali che avremmo dovuto evitare. La verità è che oggi abbiamo faticato tanto a giocare contro un grande Galles. Siamo arrivati in fondo a questa avventura stanchi, sebbene lo spirito fosse diverso da quello di Dublino. Non è mai venuta meno la voglia di lottare e di questo ringrazio il gruppo».

Eppure sono venuti 67 punti. «Abbiamo faticato nel mantenimento del possesso, specialmente nella prima fase della partita. Oggi non abbiamo avuto i mezzi per competere contro il Galles. Rispetto al Mondiale abbiamo avuto nel gruppo diciannove giocatori differenti. Non è una critica a chi ha giocato ma un dato di fatto: ogni squadra avrebbe difficoltà ad apportare una mutazione così profonda alla propria rosa».

Sì, cambiare tanto comporta problemi. Ma poi Brunel fa marcia indietro: «In questo torneo abbiamo lanciato parecchi nuovi giocatori e, in tutta la mia gestione, c'è stato un ricambio generazionale. Spero che partite come queste servano ai giovani per capire cosa è necessario per competere a questo livello e che possano maturare velocemente per diventare l’ossatura dell’Italia del futuro».

Il capitano Sergio Parisse stavolta non se la prende con la sfortuna né con gli episodi né con gli arbitri né con le scie chimiche o con gli amici immaginari ed entra anzi nel merito della possibile esclusione dal torneo dell'Italia e di quello strano progetto di cui si parla da un po': creare un collegamento tra Sei Nazioni e Sei Nazioni B, con un sistema di promozione/retrocessione. «Con tutto il rispetto per Georgia e Romania, nessuna squadra merita di giocare il Championship più di noi. Negli anni, con i risultati, ci siamo guadagnati il rispetto degli avversari. Abbiamo battuto Galles, Scozia, Irlanda e Francia, Siamo qui per ciò che abbiamo costruito». Peccato che in ottanta minuti sia altrettanto facile distruggere.
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