Rugby, Mauro Bergamasco: il rugbysta più presente di sempre nella storia trisecolare del Torneo, «Questo è il mio ultimo Sei Nazioni"

Rugby, Mauro Bergamasco: il rugbysta più presente di sempre nella storia trisecolare del Torneo, «Questo è il mio ultimo Sei Nazioni"
di Paolo Ricci Bitti
4 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Marzo 2015, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 02:40

Ai record dice di non pensare e allora ci pensiamo noi a ricordarglieli a Mauro Bergamasco perché quello che conquisterà domani è di valore assoluto: il giocatore più presente di sempre nella storia del Torneo delle 4/5/6 Nazioni, ovvero una carriera lunga 5.523 giorni nell'arco di 16 edizioni.

E siccome questo Torneo è quello più antico al mondo nella storia della competizioni fra squadre nazionali essendo nato nel 1883 potete capire la portata di questo primato che scalza leggendari assi anglosassoni.

E allora c'è da sperare che non sia vero quello che ha detto ieri BergaMauro, oppure chissà, meglio non essere egoisti e aspettare quello che accadrà. Certo è che l'idea del rugby azzurro senza di lui non è facile da inquadrare nell'immaginario ovale a cui ci siamo (bene) abituati.

Eppure BergaMauro, 35 anni, 101 caps e 15 mete, ieri ha proprio detto ai cronisti di essere alla vigilia del match del suo ultimo Sei Nazioni: insomma battaglierà come un gladiatore (come al solito, insomma) in Italia-Galles domani all'Olimpico, poi farà di tutto per conquistare la maglia della nazionale per i Mondiali in Inghilterra (sarebbero i suoi quinti campionati iridati, altro record per un azzurro) e quindi tanti saluti al Torneo.

Il complimento più bello glielo ha fatto dopo l'ultimo Inghilterra-Italia Stephen Jones, da 30 anni prima firma del rugby del Sunday Times, miglior giornalista ovale dell'emisfero Nord. “Mauro Bergamasco? Merita un capitolo in ogni libro sulla storia del Championship”.

Due anni fa Mauro aveva superato un primo record che pareva imbattibile: Sergio Lanfranchi, 15 anni in azzurro dal 1949 al 1964 (e qui leggete l'intervista di quei giorni). Macché imbattibile, adesso quel è record polverizzato visto che Bergamasco è ancora in azzurro dopo aver debuttato vincendo e segnando pure una meta il 18 novembre 1998 contro l'Olanda a Huddersfield (qualificazioni Mondiali 1999): ragazzino, lui nato il 1° maggio 1979, ingaggiato in quella banda di pellacce di Georges Coste e Massimo Giovanelli che quattro giorni dopo vennero derubati di una clamorosa vittoria sull'Inghilterra per colpa di una sesquipedale svista dell'arbitro.

Da allora, nonostante mille infortuni e mille alti e bassi, Mauro non si è più fermato vincendo caps azzurri e scudetti tricolori a Treviso con il Benetton e a Parigi con lo Stade Francais. Impossibile calcolare quanto lui e il fratello Mirco abbiano dato alla causa del rugby italiano: un Perù. Non se la sono mai tirata anche quando avevano la Francia ai loro piedi. Hanno scritto libri, hanno messo la faccia in mille iniziative di beneficienza. Poi Mirco Bergamasco si è fermato ovvero non è stato più convocato in nazionale anche se in questa staguione gioca di nuovo insieme al fratellone nelle Zebre di Parma.

Mauro invece è sempre lì in azzurro a tirare giù avversari, a consuistare la linea del vantaggio, a donarci il piacere di vederlo giocare e di ascoltarlo mentre racconta come vede il rugby, come vede la vita.

IL RECORD

Il record di domani, quello di maggiore longevità nel Torneo, sta facendo suonare le campane nei templi di Ovalia.

Ecco perché.

Prima di Mauro avevano giocato nell'allora 5 Nazioni nell'arco di 5.503 giorni sia Mike Gibson sia Tony O'Reilly, entrambi nella Hall of Fame, entrambi Barbarians , entrambi Lions. Dunque, il primo è irlandese, avvocato, trequarti centro, smise di giocare in verde smeraldo a 37 anni dopo 69 caps per l'Irlanda e 12 per i Lions (il superclub che unisce gli assi di Inghilterra, Scozia, Irlanda e Galles) e dopo aver segnato 112 punti, 9 mete comprese. Dite “Mike Gibson” a un irlandese e vedrete i suoi occhi diventare lucidi tanto era eccitante vederlo bucare dal 1964 al 1979 le difese con un micidiali cambio di passo di un'eleganza sovrumana.

Tony O'Reilly, ovvero il baronetto, O'Reilly, è irlandese pure lui, ma ha avuto una carriera ovale meno brillante, in compenso è diventato un magnate mondiale dirigendo multinazionali come la Heinz e la Independent News and Media Group. L'uomo più ricco d'Irlanda, in altre parole, che dà del tu al tycoon Rupert Murdoch, per intendersi.

O'Reilly, torreggiante trequarti ala, ha solo 29 caps per l'Irlanda e 10 con i Lions, oltre a un record personale di 10 mete. Leggendario il suo ultimo caps: aveva 34 anni quando venne convocato per Inghilterra-Irlanda e la sua ultima apparizione in verde risaliva a 7 anni prima. Nel frattempo aveva appunto iniziato la spettacolare carriera nel business internazionale e così si presento in Rolls Royce a Twickenham per quella sua ultima partita per l'Irlanda.

Beh, avete capito chi ha superato Mauro Bergamasco, un italiano ammesso con la nazionale solo da 16 anni in un torneo che per gli irlandesi e gli altri anglosassoni attraversa tre secoli.

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