A San Siro brillano i gioielli della Roma

A San Siro brillano i gioielli della Roma
di Alessandro Angeloni
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Sabato 14 Maggio 2016, 23:20
Dal nostro inviato
MILANO La standing ovation per Totti è un brivido sulla sua pelle e anche su quella di chi ama il calcio e la Roma. Ma a questo, Francesco, è abituato, perché qui in zona hanno sempre apprezzato l'arte: lui lo è e l'ha rappresentata per più di vent'anni. Pure stavolta, un colpo di tacco in area ha dato l'amen alla partita: terzo gol di Emerson e tutti a casa. San Siro stavolta è sembrato un museo, perché di opere d'arte e favole ce ne sono da raccontare. Pjanic, ad esempio. Ma che si dà un pallone così? No, è contro la natura, non è giusto: colore, morbidezza, talento, tempi. Un genio e la roma, a quanto pare, non può più permetterselo e questa sembra essere l'ultima sua partita in giallorosso. La palla rimbalza sul piede di Mire, prende il volo e atterra sul corpo di El Shaarawy, pronto a fare gol sotto la sua ex curva. E qui c'è la favola del ragazzino incompreso, scappato da Milano, ma che Milano non ha dimenticato, specie oggi che Stephan viene paragonato a chi la maglia rossonera la sta indossando senza accendere nemmeno un po' la fantasia di nessun milanista. Il Meazza applaude El Shaarawy e applaude tutta la Roma, perché stavolta non c'è stata partita. Il gatto con il topo. Applausi anche a quella faccia burbera di Strootman, che disegna una palla gol nel primo tempo per Salah, che va in porta come un treno. E lì già si doveva capire come sarebbe andata a finire. L'arte è sempre malinconia, però: ha vinto il Napoli, tutto inutile. La Roma rimane terza. Restano quei gioielli. All'infinito. Applausi.
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