Copa del Rey, Barcellona-Atletico 1-0
risolve Messi a sei minuti dalla fine

Leo Messi
di Benedetto Saccà
2 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Gennaio 2015, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 00:49
È vero, oggi si è conclusa sul punteggio di 1-0 anche la partita di coppa d’Africa tra il Congo e il Gabon. Ma, francamente, la sfida di Copa del Rey di stasera è sembrata di un altro sport. Questione di categoria, di appartenenze, di talento. Perché sul foglio verde del Camp Nou il Barcellona e l’Atletico Madrid hanno disegnato un mare di geometrie mirabili, e non solo: hanno offerto tensione, palpiti, buone trame e pure una certa dose di spettacolo. A capo dei 90 minuti il risultato di parità pareva rendere giustizia all’andare complessivo della gara.



GRAFFIO DI LEO

È stato però Leo Messi a spezzare l’equilibrio, quando ormai soltanto sei minuti separavano il confronto dall’atto finale. L’ingenuo (e pentito) Juanfran ha uncinato Busquets in piena area e l’arbitro ha indicato il dischetto. Forse stufo di incantare il pianeta estraendo meraviglie dalla valigetta, Leo ha deciso di stupire col passo dell’errore: e allora ha incrociato il sinistro sulla manona aperta di Oblak e, lesto, ha subito spedito in rete il pallone respinto a porta spalancata.



VERSO LA SEMIFINALE

Le due squadre si contendevano l’andata dei quarti di finale: il Barça è riuscito a prevalere e, quindi, potrà sfruttare chiaramente un bel vantaggio nella gara di ritorno di mercoledì prossimo. Se tutto ciò gli varrà l’accredito per la semifinale, è presto per ipotizzarlo. Eppure, come si diceva, l’Atletico Madrid di Simeone ha saputo anche impensierire i rivali, specie sotto il profilo tattico: qualche arrembaggio, un paio di manovre orchestrate, alcune buone idee. Gabi e Suarez hanno introdotto un filtro solido lì al centro del campo, mentre Griezmann ha favorito i contrassalti.



STAFFETTA INUTILE

A ben vedere, comunque, non ha convinto la staffetta studiata per avvicendare Torres e Mandzukic, dato che lo stratagemma ha finito per sottrarre ossigeno psicologico ad entrambi. Quanto al Barcellona, al solito, uno dei migliori è stato senz’altro Iniesta. Nel complesso la squadra si è ben distesa e spesso ha suscitato brividi lungo la schiena dei difensori avversari. Impossibile, del resto, bloccare il vento del talento. Al trio dei prodigi composto da Messi, Suarez e Neymar non è stato risparmiato neppure un minuto: e si può intuire facilmente che la pensata abbia destato sorpresa e smorfie di disappunto nei 62.225 supporter catalani. Pazienza, però: Luis Enrique ha vinto e tanto chiedeva la sua gente.