Atletico Madrid, parola a Paulo Futre: «Il cholismo e i colchoneros. Il Real e Zidane, Messi e Ronaldo. I milanisti e gli interisti tifano per noi»

Atletico Madrid, parola a Paulo Futre: «Il cholismo e i colchoneros. Il Real e Zidane, Messi e Ronaldo. I milanisti e gli interisti tifano per noi»
di Vanni Zagnoli
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Venerdì 27 Maggio 2016, 20:41 - Ultimo aggiornamento: 20:43
Nella città del primo Tricolore sognano ancora, pensando a Paulo Jorge Dos Santos Futre. Ha 50 anni, è portoghese e resta il più grande talento che abbia mai indossato la maglia granata. Dal ’93 al ’95, una manciata di presenze e gol, perchè venne penalizzato dal grave infortunio riportato all’esordio, dopo la rete alla Cremonese. Era il novembre 1993, arrivò dall’Olympique Marsiglia e la città di Romano Prodi e Carlo Ancelotti, di Giuliano Razzoli e Stefano Baldini era ebbra di gioia perchè Franco Dal Cin aveva strabiliato. Come a Udine. Perchè 10 anni prima portò Zico, dal Flamengo. Quella domenica cambiò la storia della Reggiana, perchè iniziò a inabissarsi nei debiti, nonostante il primo stadio privato. “Osteggiato da Graziano Del Rio - ricorda Dal Cin -, allora oppositore del sindaco di Reggio, Antonella Spaggiari e oggi uomo forte del premier Renzi”.

Paulo Futre, ricorda?

“Certo, ci mancherebbe - racconta al telefono, dal Portogallo -. E tramite i lettori de Il Messaggero mando un grande saluto agli sportivi di Reggio e pure del Milan, dove sono stato. E in assoluto agli italiani. In quei tre anni sono stato bene, a parte fisicamente, per i guai al ginocchio”.

Si era rivelato a 21 anni, nell’Atletico Madrid, aggiudicandosi il Pallone d’argento, nell'87.

“La presidenza Gil y Gil conobbe un po’ di crisi e allora mi cedette in Portogallo. Al Benfica. E pensare che io mi ero rivelato allo Sporting Lisbona. Poi in Francia, a Marsiglia. Ma anche lì c’erano problemi, con il presidente Bernard Tapie, e allora venni alla Reggiana. Ma resto affezionatissimo ai colchoneros”.

Dalla finale di Champions persa due anni fa, ai supplementari, si parla tanto di cholismo…

Diego Pablo Simeone è artefice di un capolavoro. Significa unione, voglia di lottare, grinta. E’ una mistura di tutto, vincente. Organizzazione difensiva, un’idea che lui ha posto al centro del progetto da quando è arrivato a Madrid, 5 anni fa. E ha fatto la storia con queste 4-5 virtù di squadra”.

Tutti dietro, ma a Futre sarebbe piaciuto giocare così?

“Sembra semplice ostruzionismo, ma ma quando abbiamo la pelota, sappiamo anche giocare, no? Non si concede spazio a nessuno, ma dopo, quando andiamo all’attacco, sappiamo creare”.

E’ giusto raffigurare Simeone come il comandante Che Guevara?

“Beh, è un duro”.

L’andata della semifinale con il Bayern era stata decisa da un gol alla Futre?

“Sì, onestamente mi ero rivisto nella sequenza di dribbling di Saùl. E’ un giovane centrocampista con un grande sinistro, ha fatto 5-6 mesi di grande qualità, da quando si è infortunato l’ex juventino Thiago. Convince al punto da avere meritato il premio della convocazione per gli Europei in Francia. Sintetizza il gran lavoro dalla primavera biancorossoblù anche come organizzazione”.

L’Atletico propone lo spirito del vecchio Sudamerica oppositore del Brasile: di Uruguay e Argentina?

“Creo che i tifosi dell’Atletico vivano un sogno. Quando arrivò il Cholo, era giù, nelle ultime 4-5 posizioni, sembrava troppo dura risalire. Simeone ha cambiato la storia di un club perdente, non solo nei confronti del Real Madrid, manca giusto la ciliegina…”.

I materassai sono alla seconda finale in due anni, il Manchester City viene dalla prima semifinale, il Psg è uscito per 4 volte ai quarti. Le centinaia di milioni degli sceicchi non bastano per alzare la Champions?

“Evidentemente no. L’Atletico viene da due anni al massimo, con anche lo scudetto, sfiorato pure in questa stagione. Vediamo se arriva il giusto premio”.

E il Real merita questa finale?

“E’ stato anche fortunato. Non dimentichiamo che erano quasi fuori, con il Borussia Dortmund, è servita la tripletta di Cristiano Ronaldo. In semifinale sono stato superiori, al City. Ma in fondo conosciamo il Real: ha campioni tali che possono vincere pur senza dare spettacolo”.

Come l’Atletico, insomma. Ma Zidane le piace?

“E’ al debutto, era un campione. Eloquente il fatto che in 6 mesi sia in finale, partendo dal momento duro per il Real, con la buonuscita a Rafa Benitez”.

Cristiano Ronaldo fa meglio di Messi, in questa stagione?

“Il rendimento è similare. Se fa una buona partita a San Siro si conquisterà il ballone d’oro. Poi dipenderà anche da come andrà il Portogallo in Francia”.

Milano per chi tiferà?

“I milanisti tengono l'Atletico, perchè il Real non si allontani troppo dai rossoneri, nel palmares. I sostenitori dell’Inter si divideranno fra il tanto bene che voglio al Cholo, ex giocatore, e il Real Madrid, perchè stacchi proprio il Milan, come trofei”.

Già, perchè l’Inter è rimasta indietro… Ha conosciuto il bresciano dell’Atletico?

“Certo. Il suo lavoro è onorevole, accanto al dt Caminero”.

Ma lei oggi cosa fa?

“Il giornalista. La tv in Portogallo da tanti anni. Scrivo per lo spagnolo Marca ogni giorno che gioca l’Atletico Madrid. E la domenica ho pagina su Record, quotidiano sportivo portoghese. Soprattutto per Marca è un onore, da oltre 10 anni”.

Il suo pronostico?

“2-1 Atletico. Doppietta del Nino Torres e Ronaldo. Grazie, amigo”.







 
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