Juventus travolta dal Genoa 3-1 e vantaggio dal secondo posto ridotto a + 4

Massimiliano Allegri
di Marco Callai
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Domenica 27 Novembre 2016, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 10:02

Disfatta Juventus. Gli artigli del Grifone fanno davvero molto male alla Vecchia Signora. Tre gol subiti in meno di mezz’ora e sul banco degli imputati così ci finisce l’intera squadra assieme naturalmente all’allenatore. L’assenza di Dybala e un Higuain a mezzo servizio, inserito a frittata fatta sul 3-0, non bastano per giustificare una corale bruttissima figura. Onore e merito a Juric, capace di leggere nel migliore dei modi questa sfida, e al suo epico e frizzante Genoa, bravo nel metter sotto la capolista in ogni zona del campo. Menzione speciale per Simeone: doppietta da bomber puro, capace di non far rimpiangere Pavoletti. Il 3-1 finale, forse, non rende del tutto l'idea di quanto visto in questo incredibile pomeriggio genovese. Il Genoa aggredisce la Juventus sin dal fischio d’inizio. Pressing altissimo, scambi velocissimi. Si capisce subito che per Allegri sarà una domenica molto complicata. Il primo ad andare in tilt, al 3’, è Bonucci. Una sua imperdonabile leggerezza apre la strada al vantaggio dei padroni di casa. Buffon è superlativo sulle conclusioni ravvicinate di Rigoni e Ocampos, ma nulla può sul tap-in di Simeone. La nave bianconera, con il passare dei minuti, è sempre più in balia della tempesta. A portare ulteriore acqua a bordo, sono Alex Sandro e Benatia: il primo perde l’uno contro uno con Lazovic, il secondo si fa sovrastare dal figlio del Cholo. Gli schiaffi sono due ma non bastano per svegliare la brutta Juve addormentata. Rigoni la umilia al 29’ quando il suo stacco, sugli sviluppi di un corner, è perfetto e rende vano il goffo tentativo di salvataggio di Alex Sandro. L’uscita dal campo di Bonucci, rimpiazzato da Rugani a causa di un problema muscolare, è un’ulteriore tegola sulla testa di Allegri. Più per il futuro che per il presente, visto che il difensore della Nazionale è tra i peggiori nel evanescente primo tempo delle ultime sei stagioni. Il più pericoloso per il Genoa è…Ocampos quando in area, al 41’, tampona Mandzukic. Mazzoleni lascia proseguire. Difficile salvare, Buffon a parte, anche un solo giocatore della Juventus.

Attenzione, però, a non confondere i demeriti dei campioni d’Italia con il grande valore della lezione tattica, caratteriale e tecnica impartita da Juric. Mattatore Simeone, ma è tutto la squadra a esprimersi su alti livelli: particolarmente splendenti gli esterni Lazovic e Laxalt, assieme al mastino di centrocampo Rincon. Genoa un po’ più a riccio nella ripresa, comprensibile conseguenza delle tante energie spese nei primi 45 minuti. La Juve cerca insistentemente spazi chiusi con puntualità da Izzo e compagni. Inserire Higuain per Lichtsteiner significa, per il tecnico bianconero, sbilanciare ulteriormente la squadra. Rischio grossissimo, dopo 12 minuti, quando d’istinto Buffon sbarra la strada a Simeone, provvidenzialmente smarcato da Cofie. La situazione non si sblocca nemmeno con Sturaro al posto di Khedira. Il Genoa tiene la Juve ben lontana dalla porta di Perin. Piove sul bagnato al 34’ quando Dani Alves si fa male a cambi esauriti. C’è ancora il tempo per una magistrale punizione di Pjanic, a 8 minuti dal termine, e per due tiracci di Mandzukic e Sturaro. Sconfitta meno amara solo nel punteggio, ma quella del Ferraris è una lezione che potrebbe lasciare il segno in vista dei futuri impegni della Juventus.

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