UDINE
Ciro ottavo Re biancoceleste. Un piattone destro su assist di Lulic per siglare la rete numero 27 in campionato, 38 comprese le coppe. Roba da stropicciarsi gli occhi e spellarsi le mani. Superato il Mito Klose, agganciato Pandev all’ottavo posto della classifica dei bomber laziali di tutti i tempi (64). Il tutto in appena due stagioni. Immobile non si ferma mai. Meglio anche di Signori e Crespo che nel 1992-93 e nel 2000-01 vinsero la classifica cannonieri con 26 gol. Ciro è la perfetta estensione di Inzaghi in campo. Un filo biancoceleste che cuce le pagine di storia laziale. L’abbraccio di giovedì con Simone è la versione a colori di quello tra Chinaglia e Maestrelli. Sbagliato sovrapporli, stupendo affiancarli. Ciro punta a calzare la Scarpa d’Oro e a trascinare la Lazio in Champions.
VOGLIA DI VINCERE SEMPRE
Il peso dell’attacco è tutto sui suoi muscoli e non importa se qualche volta fa un po’ fatica. Inzaghi gli chiede gli straordinari e lui ubbidisce. Nel momento più complicato è sempre il suo piedone a restituire il sorriso al popolo laziale. «Era importante vincere, ci siamo portati sopra l’Inter e agli stessi punti della Roma e giocare il derby così è diverso rispetto a quando lo giochi stando sotto.
Non è stata la migliore partita ma l’importante è il risultato». Inzaghi lo avrebbe voluto far riposare ma il suo peso specifico è troppo per rinunciarci. Ciro lo sa e nemmeno la pericolosa diffida lo spinge a mordere un po’ il freno: «Non mi piace lasciare il campo ma come a nessun altro, ma il mister credo avrà pensato alla diffida, magari mi partiva la testa e potevo saltare il derby… Meglio così, questo è un grande gruppo, bisogna continuare così, essere umili, dopo giovedì oggi era ancora più difficile». Già perché ultimamente è più fumantino. Si sente laziale e vuole a tutti i costi portare sempre più in alto i biancocelesti. «Questa è la settimana più stimolante della stagione. Sono felice che ci arriviamo dopo queste due prestazioni con Salisburgo e Udinese. Sappiamo che il derby è importante, ma lo è anche la gara di Salisburgo, altrimenti tutto quello che abbiamo fatto prima non conta nulla». Re Ciro è pronto ad altre conquiste.
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