A Verona domenica ci sarà. Non giocherà dall’inizio, ma Conte potrebbe concedergli qualche minuto. “Sarà dura, tutti vogliono batterci – ha continuato l’italo-argentino - quando giochi contro la Juve c'è una motivazione in più, io lo so, perché ci ho giocato contro tante volte”. Obiettivo farsi riscattare. Osvaldo ha le idee chiare: “Che la Juve sia interessata a me, era già tantissimo e quindi io volevo venire qua. E’ praticamente un sogno giocare in questa squadra e quindi vorrei convincerli per stare qui tanti anni”.
Il numero 18 (il giorno di nascita del figlio Gianluca) della Juve ha svelato un aneddoto legato al suo passato: “Mio padre mi portava sempre a giocare a calcetto e in ogni ricordo avevo sempre il pallone tra i piedi. Giocavo già in attacco, perché mi è sempre piaciuto segnare. Mia nonna poi mi dava dieci pesos per ogni gol, quindi ci provavo sempre e non passavo mai a nessuno”.
Impossibile con lui non parlare dei suoi idoli: “Batistuta, e non poteva essere altrimenti, essendo cresciuto in Argentina, ma anche Ronaldo, uno dei più grandi”. Sul suo arrivo in Italia, nel 2006: “All'inizio è stata dura, anche perché non avevo ancora 20 anni e mi mancava tutto. I primi tre, quattro mesi sono stati difficili, ho dovuto festeggiare il compleanno da solo. Poi mi sono abituato, ho imparato la lingua in fretta e ora mi sento italiano”.
Osvaldo ha usato parole dolci per i suoi compagni di reparto: “Llorente è un calciatore fortissimo ed un ragazzo splendido. Non ha solo la faccia da buono, lo è veramente. Tevez? Tifo Boca fin da bambino e quando ero in Argentina pagavo il biglietto per vederlo per vedere giocare Carlos. Ora essere in squadra con lui è fantastico”.
Infine un pensiero sulla Juve: “Nei primi allenamenti un po' ho faticato, anche perché con il mister si corre molto, ma è solo questione di abitudine. Conte è un fenomeno. E' preparatissimo e pretende molto, ma i risultati poi si vedono. Qui è tutto magnifico, dalla struttura di Vinovo all'organizzazione della società. Capisci subito di essere arrivato nel più grande club italiano e in uno dei migliori d'Europa. E’ un sogno essere qui. Non voglio svegliarmi. E poi c’è il mondiale. Non dico di vincerlo, ma almeno giocarlo”. Dipenderà da lui. Solo da lui.
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