Juve, storia di una corazzata che ha fatto crac

Juve, storia di una corazzata che ha fatto crac
di Alberto Mauro
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Mercoledì 30 Novembre 2016, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 15:12
C'è una Juve in testa al campionato con la qualificazione agli ottavi di Champions in tasca, e la possibilità di conquistare il primato del girone negli ultimi 90 minuti. E poi c'è l'altra Juve: quella distratta, molle, confusa, senza cuore e senza anima di Marassi, già intravista nei primi 20 minuti a Siviglia. Possibile che si tratti della stessa squadra? I tifosi bianconeri minimizzano evocando altri incidenti di percorso (Fiorentina nel 2013 e Sassuolo l'anno scorso) che alla fine dei conti (scudetto in entrambi i casi) si sono rivelati utili alla causa bianconera, le avversarie dirette invece si augurano che gli scricchiolii strutturali siano sintomo di una falla irreparabile.

OSTACOLO NERAZZURRO
Una prima riposta arriverà sul campo sabato sera, contro l'Atalanta, una delle peggiori rivali possibili da affrontare in questo momento, simile sotto molti punti di vista al Genoa di Juric, e questa per Allegri non è una buona notizia. Può capitare di perdere, ma non nei termini e nel modo di Genova. Messaggio chiaro prontamente sottolineato a parole da Gigi Buffon negli spogliatoi di Marassi, ribadito con fermezza da Massimiliano Allegri lunedì mattina a Vinovo e da Nedved e Paratici, nella giornata di ieri. Tra le cause del black out sicuramente un calo di tensione dopo la vittoria di Siviglia, ma anche assenze pesanti e scelte tattiche discutibili di Allegri. Una Juve fiaccata nello spirito e nel fisico, con lunghi e continui infortuni (muscolari e traumatici quasi in uguale misura) che impediscono al gruppo di individuare punti di riferimento in campo. Gli ultimi stop pesano come macigni: due mesi di stop per Bonucci (lesione al bicipite femorale sinistro), circa tre mesi per Dani Alves (frattura composta del perone sinistro), considerando che Barzagli non tornerà prima del 2017 e che Chiellini è piuttosto soggetto a acciacchi muscolari a gennaio Marotta potrebbe accelerare i tempi per Ivanovic, messo ai margini del progetto da Conte al Chelsea. Dall'infermeria la buona notizia è il recupero di Dybala, che anche ieri ha proseguito il suo programma differenziato, ma è in miglioramento e dovrebbe rientrare nella lista dei convocati per l'Atalanta. La Joya serve come il pane, anche per rivitalizzare l'attacco bianconero e Gonzalo Higuain, Triulzi ha già incontrato la dirigenza bianconera e a breve arriverà il rinnovo di contratto con ritocco dell'ingaggio a 5 milioni all'anno, da top player assoluto. Chissà se basteranno per blindarlo dal Barcellona e dal Madrid in estate, possibile un'altra asta internazionale all'ultimo rilancio proprio come per Pogba.

CAMBIO DI MODULO
La voglia di reagire c'è, Allegri sta ragionando sulla difesa a tre o a quattro, con la variabile Dybala. Contro l'Alatanta servono tre punti a tutti i costi, anche per scacciare Genova, e allora in campo i migliori, senza mezze misure. In difesa rientra Chiellini, probabile il 3-5-2 con Rugani e Benatia. A centrocampo Lichtsteiner, Khedira, Marchisio in regia, Pjanic, Alex Sandro, davanti Higuain e Mandzukic. Un nodo da sciogliere è Pjanic, il bosniaco ha segnato su punizione ma non ha ancora convinto in mezzo al campo, la Juve fino a ora lo ha aspettato ma il paragone con Pogba è impietoso. Il calendario altro nodo - non è certo in discesa e i quattro punti di vantaggio su Roma e Milan rischiano di non bastare per ritrovarsi Campione di Inverno: dopo l'Atalanta in campionato c'è il derby col Toro e poi lo scontro diretto con la Roma, prima della Supercoppa contro il Milan. La Juve si gioca una bella fetta di scudetto a dicembre, ma intanto inizia a pianificare il futuro. A partire proprio dalla prossima di campionato, sabato Marotta parlerà con la dirigenza dell'Atalanta per alcuni giovani interessanti: Kessie, Caldara e Conti. E a gennaio, oltre a Ivanovic, i bianconeri potrebbero puntellare il centrocampo con Witsel, apprezzati anche Tolisso (Lione) e Rincon (Genoa).