La goleada 1-4 senza consolazione per la Juventus ha riscattato in una sola notte amor proprio, fortezza e arroganza del popolo merengue, che nemmeno le notizie del drammatico finale di partita, rimbalzate da Torino, per la folla in preda al panico in piazza San Carlo, riescono a oscurare. E la festa è appena cominciata. Nella notte, l’attesa degli eroi reduci dall’impresa all’aeroporto di Barajas, di ritorno, assieme alle tante personalità madrileñe che hanno assistito alla finale nel palco di Cardiff. Dal re emerito Juan Carlos, al premier Mariano Rajoy. Il primo autore di una delle sue celebri boutade davanti alle telecamere: “Sono venuto, perché mi ha mandato mio figlio”, ha esordito il patriarca dei Barboni all’inizio della partita, senza chiarire se fosse stato inviato da Felipe VI come sostituto in forza della sua superiorità gerarchica, o perché il monarca regnante, tifoso dell’Atletico, ha preferito risparmiarsi la prevedibile scena del trofeo alle merengues. Il secondo, con una delle sue battute non sempre felici: “Ma se Buffon ha quasi la mia età”, ha ironizzato Rajoy dall’alto dei suoi 62 anni, rispetto ai 39 dell’eroe nazionale. Accanto al premier, la presidente della Comunità di Madrid e il sindaco Manuela Carmena, che questo pomeriggio, a partire dalle 18,30 riceveranno i trionfali Cristiano Ronaldo e compagni con la ‘duodecima orejona’ , alla sede della regione, in Puerta del Sol, e a quella del Comune, in Plaza Cibels, per celebrare con l’intera città l’orgoglio blanco che marca la storia.
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