SCUDETTO, SI PUÒ
Altro atteggiamento da “modi Rudi” è nei confronti di Totti: chiaro, Francesco va per i 39 anni, ma comunque non è facile tenere in panchina uno come lui per le prime due partite di campionato e non fargli giocare nemmeno un minuto su 180. A Ljajic poi, ha concesso solo pochi spiccioli dell'ultima con la Juve. E va ricordato, Totti e Ljajic sono i capocannonieri dell'ultima stagione. Non due così. Maniere Rudi pure con Maicon, che si era messo a disposizione, ma Rudi lo ha mandato in panchina (e lui poi, per l'influenza intestinale, è stato poi costretto a starsene a casa). Garcia sta pian piano ritrovando il sorriso, che in ritiro aveva un po' smarrito. Torna a essere lui la differenza, nel bene (contro la Juve) e nel male (a Verona). Errori commessi e rivisti una settimana dopo: dentro Iago Falque e fuori, appunto, Gervinho, tanto per fare un altro esempio, questo di umiltà. La Roma non può nascondersi, anche se l'Inter con Ljajic e Melo ha fatto un ulteriore passo avanti.
FATTORE EDIN
Garcia non è un mago, però ha ritrovato la vena dei vecchi tempi. Una grossa mano, ovvio, gliela dà anche Dzeko, un centravanti che da queste parti non si vedeva da tempo. Palla lunga e Edin c'è; palla sui piedi, Edin c'è; palla vagante in area, Edin c'è; palla in cielo, Edin c'è. Dzeko, insomma, è tanta roba. Per la Roma e per tutti coloro che adesso vogliono sognare. Il campionato è all'inizio, non può essere deciso niente, ma con Dzeko con questa vena, con Pjanic pronto a dare un supporto di qualità (dalla Bosnia hanno espresso tutto il loro orgoglio per Mire e Edin), con Salah che è lì lì per esplodere, tutto potrà sembrare ancora più semplice. Possibilità di vincere ci sono, forse manca ancora quel terzino destro che Rudi avrebbe voluto e si sarebbe aspettato. Per ora non ce l'ha e s'è inventato Florenzi in quella posizione. «Purtroppo ogni tanto Garcia viene preso a capro espiatorio, come succede a me e ai dirigenti - ha detto Pallotta a Roma Radio - L'anno scorso abbiamo subito troppi infortuni, abbiamo fatto dei cambiamenti e ora si vedono i risultati. Stiamo costruendo una grande squadra e io ne sono fiero. Agnelli sa che siamo una minaccia». Sembra passato un secolo dalla burrasca di giugno. E' tornata la famiglia felice e unita. L'unica ricetta per vincere.