LA DIFFERENZA REALE
E, allora, ci si chiede: come mai la Juventus con 19 gare su 34 ha già vinto lo scudetto e la Roma con 17 su 34 sta ancora faticosamente cercando di chiudere al secondo posto? Ricordando che i giallorossi in quelle 17 occasioni hanno conquistato 13 vittorie e 4 pareggi (tre dei quali delittuosi, all'Olimpico con Milan e Parma più quello in casa del Chievo), la consistente diversità di rendimento tra i bianconeri e la Roma è data dalla differenza-reti, +45 per Allegri, solo +23 per Garcia (+32 per la Lazio di Pioli): la traduzione di tutto questo è che se non hai attaccanti di valore fai poco, anche se hai una difesa imbattuta una volta su due. La Roma, del resto, non ha neppure un marcatore in doppia cifra: Carlitos Tevez da solo ha segnato 20 reti, una in più di quante ne hanno confezionate Ljajic, 8, Totti, 6, Gervinho e Doumbia, 2, e Iturbe, 1, tutti insieme. Il segnale che arriva dal campionato, in pratica, è molto chiaro, e neppure inedito: alla Roma serve come il pane un centravanti vero. I 10 gol realizzati in tandem da Pjanic e Florenzi aiutano, ma Pogba e Vidal ne hanno firmati insieme quattro di più. E la coppia Llorente-Morata è a quota 13.
BOMBER? NO, GRAZIE
Garcia, e l'ha confermato anche sabato scorso, continua a ripetere che non gli serve un attaccante da 20-25 gol a campionato, preferendo averne 5 da 5 reti ciascuno: sarà, ma se il Verona di Toni, 18 reti, non avesse terminato solo 7 volte la sua partita con la porta inviolata (d.r. -17) forse oggi si starebbe giocando l'Europa. Conta più far gol che non farseli fare, insomma.