Non segna Lukaku e la Roma vince, era successo solo con il Monza, per il resto poca gloria per i giallorossi; non segna Lukaku e ci pensa Dybala a rimettere in piedi una partita che sembrava aver preso una brutta piega dopo l’inizio morbido del secondo tempo; non segna Lukaku e la Roma ne fa comunque tre all’Udinese, che non perdeva da due mesi e con Cioffi aveva anche imparato a vincere, in casa del Milan poi. L’Olimpico resta una garanzia per la Roma, che qui spesso mostra il meglio di sé e che qui ha lasciato solo tre punti al Milan e uno alla Salernitana. Anche stavolta i gol decisivi arrivano in zona Roma, ovvero nel quarto d’ora finale, come con Monza e Lecce. Nel freddo pomeriggio dell’Olimpico, c’è anche una piccola nota di merito per Lorenzo Pellegrini, che torna titolare e si muove bene, pur giocando un’ora scarsa, finché ne ha, ma con lui aumenta di un colpo la qualità e la si è notata nel primo tempo. L’Udinese non può far altro che arrendersi, giocando bene e con coraggio solo una ventina di minuti della ripresa. Troppo poco.
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Mourinho, anche senza una squadra di «banditi» (cit), ora si ritrova al quinto posto, alle spalle del Napoli (24) e Milan (26), avendo scavalcato in un Atalanta e Fiorentina, che sabato hanno perso per strada punti preziosi. La Roma, imperfetta, con mille difetti strutturali, con un allenatore destinato all’addio (e un gm, come José, a scadenza di contratto), con i tanti infortuni alle spalle e una squadra sempre a metà tra il vorrei e il non posso, è lì, ancora sognante un posto in prima fila per l’Europa, che era l’obiettivo di partenza. Il primo. L’Udinese è avversario tosto, ma a Roma non mostra le sue doti migliori: un primo tempo insignificante, una reazione a inizio ripresa, poi il crollo davanti alla qualità romanista.
I calci piazzati, l’arma in più di Mou, da sempre: con quello realizzato contro l’Udinese, i gol da palla inattiva sono 4 su 25. Il pari arriva, a sorpresa, in avvio di ripresa con un colpo di testa di Thauvin, imbeccato da Payero. La Roma in quel momento entra in crisi, i bianconeri sembrano addirittura poter andare avanti. Ma Mourinho prova a dare una scossa, inserendo Azmoun ed El Shaarawy per Pellegrini, affaticato, e Spinazzola. Poi, Bove per un Paredes che ha il freno a mano tirato. Sono i tre cambi decisivi. Lukaku sale in cattedra, trattiene palloni e lo smista per chi gli arirva da dietro. Il belga serve l’assist (azione avviata da Bove) a Dybala per la rete della liberazione: l’argentino non segnava da metà settembre, dal 7-0 contro l’Empoli. Chiude il conto El Shaarawy, che raccoglie una palla di Bove (merito di Lukaku, che difende la palla al limite dell’area) e prende l’angolo lontano di Silvestri. Ora il quarto posto è a soli tre punti.