Così l’aggressività e il furore agonistico sempre predicati da Simeone hanno piegato la classe e i bei tratti tipici delle squadre di Guardiola. Stavolta la scuola rude ha aperto la cassaforte della filosofia. Dunque allo stadio Meazza di Milano, il 28 maggio, tornerà l’ex interista Diego Pablo, ora assurto a nuova e moderna divinità del pantheon del pallone. La stampa spagnola balla sul filo dell’indecisione e in fondo non sa bene se esaltare o ridimensionare l’impresa del Cholo. Perché, è ovvio, a superare il turno è stata la squadra più pragmatica, non certo la migliore. Al quadro, poi, va aggiunto che Guardiola in Spagna è considerato (a ragione) una sorta di profeta della panchina. Alla luce di una riflessione del genere, insomma, risulta più chiaro il titolo scelto dal quotidiano catalano Sport per la prima pagina: «Il calcio è così».
Già, l’estetica e la bellezza si sono lasciate sbriciolare dalla concretezza e dalla ruvidezza. Come accade con regolarità, inevitabilmente il cholismo è divenuto una categoria imprescindibile del giocare a pallone e, quindi, si è convertito nella nuova moda del calcio. Viceversa, a pensarci, le trame di Guardiola ora si direbbero un poco appannate ma, non v’è dubbio, comunque pronte per ritrovare la lucentezza, e per tornare se stesse in un tempo diverso. È un momento di transizione.
Che sia un passo in avanti, un’evoluzione del calcio, ecco, forse questo è troppo.
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