Astori inventa l'esultanza in differita:
«Bravo Guida, ma ora serve la tecnologia»

Astori inventa l'esultanza in differita: «Bravo Guida, ma ora serve la tecnologia»
di Alessandro Angeloni
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Martedì 6 Gennaio 2015, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 18:16
dal nostro inviato

UDINE Astori, quando il primo gol non si scorda mai. E una rete come questa di Udine ancora di più. Mai mai. Davide esulta una decina di secondi dopo il gol di testa, già questo è strano. Perché l'esultanza è istinto, quella in differita non ha senso. Però è andata così, perché l'ex difensore del Cagliari si è visto prima annullare la rete, poi convalidarla dopo una decina di secondi.



La tecnologia, l'arguzia dell'arbitro Guida ha vinto sulla cecità (in tutti i sensi, visto il sole che gli sbatteva in faccia) dell'addizionale Maresca, che quella rete non l'aveva né vista né convalidata. Astori al centro di una questione diplomatica, perché torna in ballo il discorso sulla tecnologia applicata al calcio.



La moviola in campo serve. E subito, la invocano tutti e forse un motivo ci sarà. Per questo, il primo gol, Davide, non lo scorderà mai. Perché forse racconterà ai suoi figli che proprio grazie a una sua rete, qualcuno ha accelerato i tempi per produrre un utile cambiamento nel calcio. E quel giorno vedremo tanti Astori esultare in differita, dopo un fermo immagine. Il calcio sarà anche questo. Meno polemiche e più freddezza.



«C’è stato un colpo di testa che secondo noi era entrato di 10/20 cm e quindi sono andato dal giudice di linea che ha espresso un’opinione negativa però l’arbitro ha avuto la responsabilità di aver dato la rete ed era rete. Faccio i complimento all'arbitro Guida. La tecnologia toglierebbe dubbi e aiuterebbe gli arbitri, perché è difficile anche per un addizionale decidere all'istante», le parole di Astori. Dal suo gol che verrà consegnato al futuro, ai tre punti che significano non perdere terreno sulla Juve. Volevamo fortemente ripartire con i 3 punti per noi stessi più che per la Juve. Noi abbiamo in testa di vincere tutte le partite da qui alla fine». Compreso il derby, ovviamente.