Il biscottone di Valencia e un derby surreale

Il biscottone di Valencia e un derby surreale
di Massimo Caputi
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Sabato 21 Novembre 2015, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 12:54
Non solo il calcio, ora anche nella Motogp hanno scoperto il ”biscottone”. La deplorevole complicità tra Marquez e Lorenzo ha infatti consumato il suo ultimo atto sul circuito di Valencia. A Valentino Rossi non è riuscita l'impresa, o meglio, il miracolo. Lui, da straordinario campione, ha fatto il suo: scalare posizioni su posizioni. Dal venticinquesimo posto fino al quarto, impotente davanti al gioco scorretto e sgradevole dei due spagnoli. Il verdetto finale è sporco, ma Valentino, seppur stretto in una morsa infame, deve rimproverarsi quel gesto di Sepang, che ha pagato, purtroppo, a caro prezzo.
Il calcio, a differenza di altri sport, ne ha viste di tutte i colori, da ieri anche un derby di Roma giocato in un clima surreale. Uno stadio Olimpico freddo, asettico, senza curve e tanti spazi vuoti, solo a tratti è stato riscaldato dai trentacinquemila presenti. Sul campo ha vinto la Roma, sul resto abbiamo perso tutti. Il derby aveva molto da dire e tanto ha espresso. Il verdetto finale gonfia il petto della squadra di Garcia, bravo a scegliere gli uomini migliori e la tattica giusta. Roma spregiudicata, con solo due centrocampisti, ma equilibrata, a conferma di quanto siano fondamentali il sacrificio e l'attenzione di tutti. In un campionato così equilibrato sfruttare al meglio le qualità della squadra sarà determinante. L'Inter, del resto, al suo settimo 1 a 0, non può essere considerata solo fortunata. La Fiorentina non solo gioca bene, dimostra personalità da grande. Il Napoli, al quindicesimo risultato utile tra campionato e coppa, ha un certo Higuain. La sesta sconfitta in campionato, la terza consecutiva, mette la Lazio di fronte ai propri problemi. Recriminare per il rigore che orienta il derby è giusto, meno ritenerlo l'unico elemento determinante. Il gioco e l'armonia sono svaniti, troppi calciatori vanno a sprazzi e giocano senza convinzione.