Errani si difende: «Colpa di una pasticca di mamma»

Errani si difende: «Colpa di una pasticca di mamma»
di Redazione Sport
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Lunedì 7 Agosto 2017, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 19:19

«Mi sento estremamente frustrata ma posso solamente cercare di essere forte ed aspettare che questo periodo arrivi a conclusione. Sono molto arrabbiata ma allo stesso tempo in pace con la mia coscienza, assolutamente consapevole di non avere fatto nulla di male e di non avere commesso nessuna negligenza nei confronti del programma antidoping». Sono le parole della tennista azzurra Sara Errani che su twitter spiega il suo stato d'animo dopo la sospensione da parte dell'Itf di due mesi per doping. «In seguito ad un controllo delle urine effettuato il 16 febbraio scorso, fatto mentre mi trovavo a casa dei miei genitori, sono stata trovata positiva al Letrozolo, una sostanza che è sulla lista proibita del programma antidoping Wada. Non ho mai assunto, nella mia vita e durante la mia carriera, nessuna sostanza proibita. Dal primo giorno che sono diventata professionista ho sempre seguito puntigliosamente il programma Wada; non ho mai chiesto una deroga, neppure quando ne avrei avuto bisogno perché malata. Questa sostanza è tuttavia presente nel Femara, un medicinale che mia madre assume giornalmente dal 2012 a scopo terapeutico, in seguito ad un intervento chirurgico subito per un tumore al seno, ed è quindi presente fra le mura domestiche», ha spiegato la tennista azzurra.
 




«Questo medicinale è molto pericoloso per la salute, se assunto da una persona di sesso femminile che non sia ancora in menopausa.
Oltre a sgradevoli effetti collaterali (rischio di tumore alle ovaie, riduzione della densità ossea, osteoporosi, gravi eventi cerebrovascolari o cardiovascolari) provoca, se assunto ripetutamente, una sorta di menopausa 'chimicà. Allo stesso tempo, non sono mai stati dimostrati effetti di miglioramento delle prestazioni fisico/atletiche in soggetti di sesso femminile», ha continuato Sara Errani. «Assieme ai miei familiari abbiamo pensato e ripensato, cercando di capire come possa essere successa questo tipo di contaminazione, dato che io sono sicura al 100% di non avere assunto una pastiglia per errore. L'unica ipotesi percorribile è stata quella di una accidentale contaminazione del cibo consumato all'interno della nostra casa. Questa ipotesi è stata ulteriormente supportata da un test sui capelli, al quale mi sono volontariamente sottoposta», ha proseguito la tennista nella spiegazione dei fatti. «È stato sperimentalmente verificato che l'assunzione di una quantità pari o superiore a quella di una singola compressa di Femara produce una quantità di Letrozolo rilevabile nei capelli di chi l'assume. Nei miei capelli non ne è stata trovata la minima traccia. Questo evidenzia che la quantità che ho involontariamente ingerito era inferiore a quella di una singola compressa, in accordo con una ingestione accidentale di una porzione di cibo contaminato. I risultati di questi esperimenti non sono stati ammessi come prove a mio favore, per via di un cavillo legale». «Ho dettagliatamente esposto le circostanze al Tribunale, che ha convenuto sui seguenti punti: a) la contaminazione del cibo è stata la causa della mia positività al test; b) non c'è evidenza del fatto che io abbia intenzionalmente violato le regole antidoping; c) non c'è evidenza del fatto che il Letrozolo migliori le prestazioni atletiche di una tennista di sesso femminile; nonostante ciò il Tribunale Indipendente ha sancito nei miei confronti una squalifica di due mesi, che terminerà il 2 ottobre 2017, oltre alla revoca del prize money e dei punti ottenuti dal 16 febbraio al 7 giugno», ha concluso la Errani.

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