«Riparto con slancio e non mi accontento»
Roberta Vinci è pronta per il nuovo anno

«Riparto con slancio e non mi accontento» Roberta Vinci è pronta per il nuovo anno
di Angelo Mancuso
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Lunedì 22 Dicembre 2014, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 14:54
È una delle ragazze d'oro del tennis italiano: 4 vittorie in Fed Cup, 9 titoli Wta e n.1 mondiale di doppio per la terza stagione di fila. Roberta Vinci, trionfando con Sara Errani lo scorso luglio a Wimbledon, ha completato il “Career Grand Slam” (la vittoria nei 4 major), impresa riuscita nella storia solo ad altre 5 coppie. Venerdì scorso la Vinci è stata premiata a Roma durante la “Festa della Stelle”, gala di fine anno del tennis azzurro. Robi come Davide contro Golia: la sua grazia ed eleganza, il rovescio slice, i sapienti tocchi a rete riescono a disarmare le più potenti rivali svestendole dell'aurea di orco in gonnella. E come d'incanto Robi diventa un gigante, nonostante i suoi 163 centimetri.



Contano così tanto altezza e potenza?

«La statura aiuta a servire meglio e qualche punto in più alla battuta non fa male. Così come avere più muscoli. Però mamma e papà mi hanno fatta così…».



In singolare ha chiuso il 2014 al n.47. Un anno fa era dodicesima. Come vede il suo 2015?

«Un calo ci può stare, negli ultimi tre anni tra singolare e doppio ho giocato tantissimo. Ripartirò a gennaio da Auckland, in Nuova Zelanda, dove giocherò il primo torneo della nuova stagione che comincia il cinque. Il futuro è tutto l'anno, non mi accontento mai. Ricordo che da piccola dicevo: ‘se entro tra le prime 30 sono strafelice'. Poi ho fatto meglio. E non ho intenzione di fermarmi».



Lei è nata a Taranto ma vive e si allena a Palermo, città che l'ha davvero adottata.

«Palermo è il sole e il mare, gli arancini, le cassate, le brioche con il gelato del bar all'uscita del circolo dove gioco, il Country. E la simpatia della gente».



Palermitano è Francesco Cinà, il suo coach.

«Averlo incontrato è stato fondamentale. Prima avevo qualche chilo di troppo e non ero resistente. Sono cresciuta fisicamente, tecnicamente e mentalmente. Con il rovescio muovo di più la palla, spingo con il diritto e servo meglio. Non tiro sassate, ma posso dare fastidio».



Con la Errani forma non solo il doppio più forte del mondo, ma una coppia di amiche inseparabili. Qual è il segreto?

«Io e Sara siamo due sorelle, parliamo di tutto, di ragazzi, dei nostri problemi, delle nostre paure. Viaggiamo sempre e se hai bisogno di sfogarti la presenza di un'amica vera è importante».



Siete un esempio: cosa state lasciando al mondo dello sport?

«Spero un messaggio positivo. Divertiamo il pubblico. In un recente sondaggio della Wta siamo state votate come coppia dell'anno con 46 voti su 50. Una bella soddisfazione».



L'esplosione è arrivata solo da qualche anno. Come lo spiega questo successo?

«Frutto del lavoro costante e paziente, della passione, del supporto di chi mi vuole bene. Il tennis è uno sport duro, in campo sei sola contro le avversarie e talvolta te stessa, devi crescere giorno dopo giorno, accettare sconfitte e delusioni. Ringrazio i miei genitori, Angelo e Luisa. Mi sono sempre stati vicini e hanno avuto il coraggio di lasciarmi andare a 13 anni ad allenarmi con la federazione a Latina. Mi trasmettono una grande serenità».



A tennis giocava anche suo fratello minore Francesco, che vive a Roma.

«Da ragazzine in Puglia io e la Pennetta eravamo le più forti e lui veniva indicato come il fratello della Vinci. Si è stufato e ha smesso forse un po' per colpa mia. Ora è il mio primo tifoso».



Il tennis le ha dato tanto, compresa la sicurezza economica. Cosa le ha tolto, invece?

«Mi ha privato di un'adolescenza normale, non ho vissuto gli anni della scuola come tutti i miei coetanei, però mi ha fatto crescere e maturare in fretta».



A febbraio lei compirà 32 anni. Pensa già al dopo tennis?

«Al primo posto metto la famiglia, vorrei diventare mamma. E restare nel tennis insegnando proprio ai più piccoli».