Il grande giorno del rientro finalmente si è celebrato: riecco
Maria Sharapova. Quel che sorprende non è la sua grinta, il suo coraggio, ma la qualità del tennis espresso dopo 15 mesi di stop a causa della squalifica per aver assunto il Meldonium. La trentenne russa non lasciato scampo a
Roberta Vinci: 7-5 6-3 in un'ora e 43 minuti. L'attesa alla Porsche Arena di
Stoccarda era spasmodica: tutto esaurito, biglietti a ruba, media, fotografi e sponsor elettrizzati. Del resto gli organizzatori avevano atteso fino al mercoledì per mettere in scena il grande rientro, forzando anche un po' la mano e sollevando mugugni da parte delle colleghe della trentenne russa, la cui squalifica scadeva alla mezzanotte di martedì 25 aprile. Una squalifica ridotta da due anni a 15 mesi. Il Tas che ha creduto alla sua buona fede: lei ha ammesso di fare uso dello sostanza incriminata dal 2006 per problemi di salute e di non essersi accorta che dal primo gennaio 2016 era stata inserita dalla Wada fra i prodotti proibiti.
La voglia di rivalsa di Masha è stata più forte di tutto. Come forte è la voglia della Wta di riaverla tra le protagoniste del circuito femminile, tanto l'annuncio della gravidanza di
Serena Williams che rivedremo nella migliore delle ipotesi nel 2018. La russa è apparsa addirittura migliorata al servizio: poco più dell'80% di prime e 11 ace. Come partire 30-0 ad ogni turno di battuta. Contro un'avversaria così poco ha potuto la Vinci, che ha cercato di abbassare il ritmo con il suo slice di rovescio e di far muovere la rivale. Compito difficile se ti arrivano pallate da ogni dove. Se qualcosa la tarantina può rimproverarsi sono le due occasioni del 3-0 avute in avvio. Una partenza sparata che avrebbe potuto incrinare la fiducia della Sharapova alla sua prima partita dopo tanti mesi. Il break che ha deciso il primo set è arrivato sul 5-5. Poi nel secondo Maria ha subito strappato due volte il servizio all'azzurra allungando definitivamente.
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