L'Italia affronta il finto Kazakistan:
la Federazione “fa la spesa” in Russia

Andrey Golubev
di Angelo Mancuso
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Lunedì 2 Marzo 2015, 05:44 - Ultimo aggiornamento: 19:24
«Che ne dici di venderci qualche giocatore?». Non è calcio mercato, sono le parole pronunciate qualche anno fa dal presidente della federtennis del Kazakistan, Bulat Utemuratov, un riccone che voleva acquistare addirittura l'Inter prima dell'avvento di Eric Thohir. L'interlocutore era il suo “collega” russo Shamil Tarpischev: a spedirlo a Mosca era stato il Presidente Nursultan Nazarbayev, grande appassionato di tennis, signore e padrone (pure lui miliardario) del Kazakistan, stato transcontinentale a cavallo tra Europa e Asia, nato nel 1990 dalla disgregazione dell'ex Unione Sovietica. Uno scherzo fare incetta di tennisti a suon di dollari per chi, come Nazarbayev, ha indetto un concorso di architettura per progettare la nuova capitale al posto di Almaty, polverosa città a 50 km dalla Cina. A vincerlo fu il giapponese Kisho Kurokawa, scomparso nel 2007 e noto in Italia per aver progettato il Palasport di Torino per le Olimpiadi invernali del 2006. E' nata così Astana, che in kazako significa “Capitale” (lo è dal 1997), simbolo di potenza visionaria tra grattacieli, piramidi e una foresta che la protegge dagli impetuosi venti glaciali. Proprio in questa città futuristica che dista oltre 2mila km da Mosca, l'Italia del tennis giocherà il 1° turno della Coppa Davis: da venerdì a domenica Fognini e compagni saranno impegnati sul campo in cemento del National Tennis Centre.



D'IMPORTAZIONE

Tarpischev, quando gli venne avanzata la proposta, non seppe resistere: le casse moscovite avevano bisogno di ossigeno. Pose tuttavia una condizione: i giocatori non dovevano essere compresi tra i primi 50 della classifica mondiale. Nel 2008 “arrivarono” Mikhail Kukushkin e Andrey Golubev, che gravitavano intorno alla 200esima posizione. Ora il primo è vicino ai top 50, il secondo ai top 100 e per qualche anno si è allenato in Italia a Bra. Ma anche Evgeny Korolev e Yuri Schukin: tutti russi pronti a cambiare nazionalità in nome del dio denaro. Difficile rifiutare se, si sussurra, ti offrono 120mila dollari all'anno più bonus. Motivazioni sufficienti per creare lo spirito di gruppo nel nome di un paese straniero. Nel 2010 hanno conquistato il World Group battendo per 5-0 la Svizzera e non ne sono più usciti. Da allora hanno centrato i quarti per 3 volte, battuto la Repubblica Ceca e messo paura a Federer e Wawrinka. Mentre il Kazakistan affronterà l'Italia, la Russia giocherà contro la Danimarca nella serie B della Davis, con Tarpischev accusato di aver svenduto giocatori che potevano essere utili alla causa.



PORTAFOGLIO SEMPRE APERTO

Appena il quartetto kazako delle meraviglie si è dimezzato per i ritiri di Korolev e Shukin il portafoglio di Utemuratov si è riaperto: il prescelto è stato Aleksandr Nedovyesov (anche lui vicino ai top 100), 28 anni come Kukushkin e Golubev, ma ucraino nato in Crimea. I suoi ex connazionali non l'hanno presa bene: lui ha fatto spallucce e cambiato bandiera. Un conto, però, è collezionare giocatori come figurine, un altro creare una base sulla quale lavorare. Stanno costruendo centri e strutture, ma nonostante gli investimenti il tennis non ha ancora sfondato. Su una popolazione di 17 milioni, i tesserati della KTF non sono più di mille. Avevano puntato su Denis Yevseyev, oggi 22enne, che si è smarrito: non è tra i primi 700 Atp. Ora la speranza è il 18enne Dmitry Popko, quarto uomo della squadra che sfiderà gli azzurri. Utemuratov non demorde: «Tra qualche anno avremo il nostro top ten kazako al 100%».