A Indian Wells, lo svizzero è il serbo si giocano il titolo del primo Masters 1000 della stagione. E se la presenza di Nole era nei pronostici, quella di Roger, soprattutto per come ci è arrivato (senza perdere un set) lo è un po’ meno. In tanti, troppi, lo avevano dato per finito: invece ora che la schiena non fa le bizze e che ha metabolizzato il cambio di racchetta con il passaggio ad un ovale più grande, Federer ha ripreso a vincere: siamo a 11 match consecutivi con il successo sul talentuoso ucraino Alexandr Dolgopolov: 6-3 6-1 in un’ora. Facile e indolore: 72 per cento di prime palle e 7 ace, mai un rischio ai propri turni di servizio. Sul cemento californiano il 32enne di Basilea ha conquistato il titolo già quattro volte, la prima dieci anni fa, l’ultima nel 2012. E dall’agosto dello stesso anno, si giocava a Cincinnati, non porta a casa un titolo nei Masters 1000.
Nell’altra semifinale Djokovic, che sul cemento del deserto californiano ha vinto nel 2008 e nel 2011, ha superato con il punteggio di 7-5 6-7 (2) 6-1 il gigante statunitense John Isner. Un successo che sa di rivincita: l’americano aveva eliminato Nole sempre in semifinale proprio a Indian Wells nel 2012, prima di cedere in finale a Federer. Il numero due del mondo ha rischiato nel primo parziale, quando sotto 6-5, al turno di battuta, ha salvato tre set point consecutivi (era 0-40). Nel secondo è andato a servire due volte per il match sul 5-4 e sul 6-5, ma in entrambe le occasioni si è fatto rimontare, cedendo poi nettamente al tie break. Senza storia il terzo e decisivo set: 6-1 per il 26enne tennista di Belgrado, lucido nel ritrovare la giusta concentrazione dopo un tie break da dimenticare. Tuttavia quello visto sin qui a Indian Wells non è ancora il miglior Djokovic.
Nella tarda serata italiana (ore 22) la finale Sarà la 33esima sfida tra due campioni inimitabili: Roger punta al titolo numero 79, per Novak sarebbe il 42esimo.
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