​Tennis, re Roger Federer riparte da Fabbiano

Tennis, re Roger Federer riparte da Fabbiano
di Angelo Mancuso
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Lunedì 18 Dicembre 2017, 12:28 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 19:27
Fisico tirato a lucido e una gran voglia di fermare il tempo nonostante l'anagrafe reciti 36 anni compiuti lo scorso agosto. Federer si allena nel suo buen retiro, la calda Dubai, per abituarsi alle condizioni in cui si giocheranno i primi tornei del 2018. Con lui un tocco di made in Italy: accanto a King Roger c'è Thomas Fabbiano, n.73 Atp. Un'occasione irripetibile per il 28enne pugliese: «Sapevo che Federer era a Dubai come il sottoscritto e il suo allenatore Ivan Ljubicic mi ha inviato un sms chiedendomi se fossi disponibile a giocare con Roger. Il mio allenamento del giorno dopo era già programmato con il mio coach Federico Torresi, due ore di cesto per mettere a punto qualche accorgimento sui miei colpi. Ma non potevo non cogliere quest'occasione da sogno. Vedere dall'altra parte della rete colui che mi ha emozionato per anni in tv mi ha fatto un certo effetto. E' il più grande di sempre».

Che gli spetti il virtuale titolo di più grande tennista di sempre, lo dicono i numeri (su tutti il record di 19 trionfi negli Slam). Un extraterrestre, un braccio mai visto prima, uno stile affascinante. E un fisico atletico, ma non gonfio di muscoli, agile e snello. Impossibile non lasciarsi ammaliare dalla storia infinita di un campione irripetibile, capace di migliorarsi nonostante l'età che avanza. Nelle pieghe della rinascita di un 2017 in cui ha messo in bacheca 2 Slam, 3 Masters 1000 e altri 2 titoli c'è una crescita impressionante nel suo storico tallone d'Achille. Se c'è una piccola macchia nella sua carriera è che non sempre è stato il più freddo nella gestione dei momenti delicati di un match. Ha sempre vinto più degli altri dall'alto del suo ineguagliabile talento, ma quando la pallina scottava faceva più fatica di molti avversari. Invece quest'anno, secondo i calcoli matematici raccolti per l'Atp da InfoSys, lo svizzero è stato l'under pressure leader, il miglior giocatore del circuito nelle situazioni più delicate: palle break da convertire o annullare, tie break e sfide al set decisivo. È in testa con 259.1 punti, 8 più di Wawrinka che lo segue.

C'è poi un dato sorprendente se rapportato all'età: il fenomeno di Basilea è primo nella percentuale di match vinti al set decisivo. Ha chiuso con l'81% complessivo, che diventa addirittura 100% negli incontri al quinto grazie alle 5 vittorie su 5 negli appuntamenti dello Slam. Nelle 57 partite giocate nel 2017 è stato costretto 16 volte al set decisivo e ha perso solo 3 volte, peraltro 2 delle quali dopo aver avuto match point con Donskoy a Dubai e con Haas a Stoccarda. In carriera la sua media è del 64% di vittorie al set decisivo, che si abbassa ulteriormente considerando solo il quinto set (59%). Dietro gli altri Fab Four: Djokovic (75% al set decisivo/75% al quinto), Nadal (68%/65%) e Murray (69%/67%). Col suo 81% del 2017 Federer ha toccato un rendimento mai avuto in passato facendo meglio dei suoi principali rivali.

Un rendimento strabiliante certo, ma che è la conseguenza di una programmazione oculata. Il suo avvicinamento agli Australia Open (dal 15 gennaio a Melbourne) come un anno fa partirà dalla Hopman Cup a Perth, tradizionale kermesse ITF per nazioni al via il 30 dicembre. Mentre King Roger saggerà per primo l'estate australe, Nadal ricomincerà dal Mubadala World Tennis Championship, ricca esibizione ad Abu Dhabi (28-30 dicembre). Sempre negli Emirati rientreranno Djokovic, fermo dal luglio scorso, e Wawinka. Per rivedere Murray, altro grande assente della seconda metà del 2017, si dovrà attendere l'inizio del nuovo anno con il torneo di Brisbane.
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