L'Italia lo ricorda come finalista dell'ultimo torneo di Milano indoor, nel 2005, contro Soderling, prima tappa della riconversione da grande doppista a singolarista longevo, grazie ai consigli di Petr Korda, e comunque sfortunato. Con una serie di infortuni (anca, schiena, gamba destra) che ne hanno pregiudicato la carriera, senza comunque mai nasconderne le qualità uniche, con colpi piatti, improvvise discese a rete e servizio-volée, un tennista controcorrente, da attaccante classico, nel panorama di uno sport sempre più potente e monocorde, giocato prettamente da fondocampo.
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