Ha avuto un piccolo gesto di stizza nei confronti del pubblico dell’Arthur Ashe Stadium quando al suo indirizzo è volato qualche fischio dalle tribune. Con il dito indice ha indicato di far silenzio dopo aver messo a segno un bel punto. Lei chiarisce: «Non ce l’avevo con nessuno, è stata solo la tensione del momento, uno sfogo nervoso».
Negli ottavi non troverà la favorita numero due Simona Halep. La rumena si è fatta sorprendere da Mirjana Lucic-Baroni, 32enne numero 121 mondiale (ma è stata 32 nel 1998) partita dalle qualificazioni. E’ croata, ma è nata a Dortmund, in Germania: ex baby prodigio, in passato è finita sui giornali per i rapporti difficili con il padre che la picchiava e per un certo periodo aveva anche lasciato il tennis pur avendo giocato giovanissima, era il 1999, una semifinale a Wimbledon. «Certo sono sorpresa – ammette l’azzurra – ma in uno Slam può accadere di tutto. E se la Lucic ha battuto la Halep significa che sta giocando bene».
Dalla gioia per un grande successo alle note dolenti per la deludente prestazione di Fognini. Sara e Fabio sono le due facce contrapposte della quinta giornata dello Slam newyorkese in chiave azzurra. Il ligure, testa di serie numero 15, ha ceduto nettamente al secondo turno al mancino francese Adrian Mannarino, numero 89 Atp: 6-3 6-4 6-1 in poco meno di due ore. Non è mai stato in partita: perso il primo set, nel secondo è andato sotto 5-2, ha rimontato fino al 5-4, ma poi ha giocato un disastroso game al servizio. Nel terzo set break in apertura, poi sei giochi di fila di Mannarino a match concluso. Gli va dato atto che non ha cercato scuse e ha fatto il mea culpa: «Ero talmente frustrato per come giocavo che è difficile spiegare cosa accadeva in campo. Una giornata no, giusto andare a casa».
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