Grano ucraino, cosa sta succedendo in Europa

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Con l'invasione russa dell'Ucraina, il prezzo del grano sui mercati mondiali è schizzato alle stelle, influenzando direttamente il costo di beni primari come pane e pasta. Russia e Ucraina, infatti, sono tra i maggiori esportatori di grano al mondo, e questa guerra sta avendo ripercussioni globali. L'Italia, ad esempio, importa una grossa percentuale del proprio grano dall'estero, e l'aumento dei prezzi sta diventando un problema non da poco. Ma c'è di più: l'arrivo massiccio di grano ucraino nei mercati europei sta creando tensioni all'interno dell'UE. Paesi come Polonia e Ungheria hanno addirittura imposto divieti alle importazioni per proteggere i propri agricoltori, una mossa che ha scatenato dibattiti e malcontento. La questione si complica ulteriormente considerando che l'Ucraina è un grande produttore non solo di grano, ma anche di mais, olio di girasole e altri prodotti essenziali. La guerra ha minacciato commercio e raccolti, portando le Nazioni Unite a negoziare accordi speciali per garantire le esportazioni di grano anche durante il conflitto. L'Unione Europea, da parte sua, sta cercando di bilanciare il sostegno all'Ucraina con la necessità di mantenere stabili i prezzi a livello mondiale. Hanno eliminato temporaneamente i dazi su alcuni prodotti ucraini e messo in piedi piani per aggirare i blocchi russi. Tuttavia, questa strategia sta avendo effetti collaterali, soprattutto nei paesi vicini all'Ucraina, dove l'eccesso di grano a basso costo sta destabilizzando i mercati locali. La risposta? Alcuni Stati membri chiedono ora all'UE di reintrodurre tariffe e quote per limitare le importazioni e proteggere gli agricoltori locali.