Fioretto a squadre, Bebe Vio vince un altro oro con Trigilia e Mogos. «Una gioia immensa»

Foto dal sito della Federscherma
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Sabato 11 Novembre 2017, 19:16 - Ultimo aggiornamento: 20:39
Bebe Vio fa bis d'oro. La campionessa di Rio 2016, dopo il titolo individuale conquista la medaglia più preziosa anche con la squadra di fioretto ai mondiali paralimpici di scherma in corso a Fiumicino. Dopo aver superato per 45-39 Hong Kong in semifinale, le azzurre, (Bebe Vio, Loredana Trigilia e Andreea Mogos) hanno superato 45-23 la Russia laureandosi campionesse del mondo.

«Bellissimo, siamo felicissime, lo volevamo veramente tanto. Era il nostro sogno di vincere un mondiale. Dopo l'Europeo ci mancava campionato del mondo, e magari poi vinciamo anche l'Olimpiade se Loredana (Trigilia, ndr) non va in pensione prima...». Bebe Vio commenta così l'oro (il secondo dopo quello individuale) vinto nel fioretto a squadre contro la Russia ai mondiali di scherma paralimpica a Roma. «Dedico la vittoria alla squadra, le ragazze sono fantastiche. Ci siamo allenate tanto, con la testa c'eravamo e anche la rabbia c'era tutta. Abbiamo tirato come sappiamo fare», precisa la schermitrice veneta.



«È un Mondiale straordinario con risultati strepitosi. Complimenti alla federazione, che sta raccogliendo i frutti di un lavoro serio e professionale in cui ha messo passione ed entusiasmo. I risultati si vedono». Questo il commento del presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, al termine della penultima giornata dei Mondiali di scherma, che ha visto l'Italia vincere quattro medaglie: due ori a squadre, tra cui il fioretto femminile di Bebe Vio, e due bronzi individuali. «Abbiamo avuto piacevolissime conferme da grandi campioni e ammirato grandi promesse per il futuro», ha concluso Pancalli prima della premiazione.
Con lui anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò: «È una settimana da incorniciare, un Mondiale strepitoso, una scommessa vinta grazie alla formidabile sinergia tra il Cip e la Fis. E oggi Bebe Vio è ancora più felice, al di là della sua strepitosa prestazione».
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