Qui la corsa entra nel vivo, tra gli attacchi degli outsider (Ulissi, Alaphilippe, Boasson Hagen) e dei finisseur (Kwiatkowski, Van Avermaet, Wellens). Sagan non svela le proprie carte, ma ammette che qualcosa potrà succedere: «Attaccherò anche io lì? Dipende dal vento. Negli ultimi anni è sempre stato contrario ed è praticamente impossibile arrivare al traguardo in quelle condizioni climatiche». Più sicuro forse arrivare in gruppo, con i velocisti fiaccati dalle ultime rampe, e sparare le ultime cartucce in volata. L'antagonista principale di Sagan sarà Fernando Gaviria: il colombiano lo ha già battuto in una tappa della Tirreno-Adriatico e un anno fa i due si eliminarono con una caduta a pochi metri dal traguardo. Un duello che rischia, però, di essere ad armi impari: Gaviria sarà regolarmente al via della Milano-Sanremo numero 108, nonostante una brutta botta al polso destro rimediata durante l'allenamento di ieri, ma ovviamente non potrà essere al meglio. Ma la lista dei pretendenti alla Classicissima di Primavera è lunga perché, dopo 291 chilometri, l'acido lattico blocca i muscoli: c'è il campione in carica Demare, il vincitore 2015 Degenkolb, Matthews, Kristoff, Cavendish ed Ewan, tutti clienti pericolosi allo sprint. E gli italiani? L'acuto manca dal 2006 con Pippo Pozzato. Le speranze azzurre si nascondono tra il campione olimpico dell'Omnium, Elia Viviani, e soprattutto nella vena di Sonny Colbrelli, apparso in palla alla Parigi-Nizza.
A pochi passi dal Casinò, sarà come un giro di roulette.
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