Giro d'Italia, sul Gran Sasso trionfa la maglia rosa Yates

Giro d'Italia, sul Gran Sasso trionfa la maglia rosa Yates
di Francesca Monzone
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Domenica 13 Maggio 2018, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 18:22

Stanco ma felice. Simon Yates in cima al Gran Sasso, nel vento e nel freddo di Campo Imperatore, sventola la sua maglia rosa conquistando la nona tappa del Giro d’Italia di 225 chilometri partita da Pesco Sannata che ha mostrato la crisi di Froome e di Aru. Lo scatto di Pozzovivo nel finale ha frazionato il gruppetto di testa, Yates non si è spaventato, è partito forse un po’ presto ma senza timore e ha tenuto con la sua pedalata decisa, sprintando negli ultimi cento metri e lasciandosi dietro Pinot e il suo compagno della Mitchelton-Scott, Chaves, con Pozzovivo quarto a 4 secondi. Perfetto e audace Yates, un forsennato del pedale senza timori.
Felice Yates, tristi e sofferenti invece Froome e Aru che hanno accumulato altri secondi di ritardo arrivando rispettivamente 23esimo e 24esimo con 1’07” e 1’14” dal vincitore e anche stravolti, segno che per entrambi la corsa rosa è davvero tanto complicata anche se mancano due settimane alla fine. Aru dopo il traguardo ha spiegato: «Le gambe non giravano bene, adesso vediamo cosa accadrà».
Yates consolida adesso il suo primato e non si nasconde. «Stanco? Certo, ma la squadra mi ha dato un grande aiuto negli ultimi 30-40 chilometri – ha detto il britannico – Ci ho provato e ho trovato le gambe per sprintare». Non si nasconde, Simon, non mette le mani avanti. «Nascondersi? No davvero – dice – non l’ho mai fatto. Sono venuto qui per vincere il Giro e ogni giorno mi sento più vicino all’obiettivo».
E’ lui il padrone del Giro e dopo una settimana e tre arrivi in salita ed essere stato protagonista sull’Etna, Yates non vede rivali anche perché Froome e Aru, uomini da alta classifica, stanno segnando il passo. 
 
LA TAPPA
Nona tappa, 235 chilometri da Pesco Sannita al Gran Sasso, un esame impegnativo, del tutto diverso dai primi due arrivi in quota del Giro, all’Etna e a Montevergine, visto che stavolta di transita anche a Roccaraso, a metà tappa, asperità da non trascurare, e poi con la lunga salita – 45 chilometri – che ha concluso la frazione.
Una fuga dopo neppure tre chilometri di gara con quattordici uomini, un plotone formato da Ballerini e Masnada (Androni), Boaro e Visconti (Bahrain-Merida), Andreetta (Bardiani), Benedetti (Bora), Wellens (Lotto), Cherel (AG2R), Carthy (Drapac), Berhane (Dimension Data), Turrin (Wilier-Selle Italia), Belkov (Katusha-Alpecin), Brambilla e Didier (Trek-Segafredo) per movimentare la tappa e pendere un vantaggio sul gruppo maglia rosa di sette minuti (cha per poco ha portato Brambilla a indossare la maglia rosa virtuale), con Visconti e Boaro a lavorare soprattutto per Pozzovivo.
Masnada, nonostante problemi con la catena ed è stato spinto da Ballerini, aveva vinto il GPM di Roccaraso ma la giuria lo ha retrocesso assegnando i punti a Berhane.
Se tutto è andato avanti così, con corridori in cerca del colpo o della gloria, a 42 chilometri dal traguardo, con la salita e la fatica che si fanno sentire, e mentre il gruppo era trainato dall’Astana con Yates al centro tranquillo, Fausto Masnada si muoveva come fosse un attaccante. Vecchio ciclismo, ma sfortunato, perché alla fise per lui è arrivata la resa.
Il vantaggio tra battistrada e gruppo maglia rosa è diminuito scendendo a 5’08” e poi, a 30 km dal traguardo, a 4’52” con dodici uomini davanti. Masnada, dopo la sfortuna a Roccaraso e stavolta senza spinte, al GPM di Calascio è stato primo davanti a Cherel. Masnada ha cercato di non arrendersi, è andato davanti, attaccante come abbiamo detto, ma poi è stato riassorbito dal gruppo dopo lo scatto di Ciccone a 2700 metri dal traguardo mentre si andava sempre più sù. Dietro, intanto, Froome ma anche Aru, cercavano di essere competitivi, ma senza essere capaci.
 
SI RIPARTE MARTEDI’
Domani è giorno di riposo al Giro. Si riprende martedì con la decima tappa, da Penne a Gualdo Tadino, 239 chilometri, la più lunga del Giro. Attraversa l’Appennino da sud verso nord con un percorso tortuoso costellato prevalentemente di brevi salite e con tre GPM.
 
Arrivo, 9 tappa, Pesco Sannita-Gran Sasso Campo Imperatore, km 225
1. Yates (Gbr/Mitchelton-Scott) 5h54’13”, 2. Pinot (Groupama-FDJ) st., 3. Chaves (Michlteon-FDJ) st, 4. Pozzovivo (Bahrain-Merida) a 4”, 5. Carapaz (Movistar Team) a 4”, 6. Formolo (Bora Hansgrohe) a 10”, 7. Benett (Team Ltto NL Jumbo) a 12”, 8. Doumolin (Team Sunweb) a 12”, 9. Lopez Moreno (Astana Pro Team) a 12”, 10. Ciccone (Bardian CSF) a 24”, 23. Froome (Team Sky) a 1’07”, 24. Aru (UAE Team Emirates) a 1’14”.
 
Classifica generale
1. Yates, Chaves a 32”, 3. Dumoulin a 38”, 4. Pinot a 45”, 5. Pozzovivo a 57”, 6. Carapaz a 1’20”, 7. Bennett a 1’33”, 8. Dennis a 2’05”, 9. Lopez a 2’05”, 10. Woods a 2’25”.
 

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