Giro d'Italia, Viviani vince la 13esima tappa: Yates ancora in maglia rosa

Giro d'Italia, Viviani vince la 13esima tappa: Yates ancora in maglia rosa
di Francesca Monzone
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Venerdì 18 Maggio 2018, 17:08 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 00:08
La volata di Elia Viviani che cala il tris al Giro, volata bella e potente, aspettando l’affascinante monte Zoncolan. A Nervesa della Battaglia, terra speciale, tra ricordi di guerra e di eroi, il veronese campione olimpico a Rio si riprende la vittoria nella tredicesima tappa della corsa rosa, la Ferrara-Nervesa di 180 chilometri, e alza la voce mentre Yates, che non si toglie la maglia rosa, continua la sua avventura di leader.
Viviani protagonista lasciandosi indietro Marco Coledan che aveva cercato, con uno spunto deciso, di prendersi lui la tappa (secondo Sam Bennett e poi van Poppel) prima di togliersi qualche sassolino dalle scarpe dopo essere sparito a Imola, inghiottito dal maltempo e da qualche polemica. «A volte si esagera, ci sono stati due giorni in cui non sono arrivato tra i primi e hanno iniziato a dire che ero sparito – racconta - Tutte fesserie Noi corridori conosciamo i nostri limiti e non ho passato giorni facili: non è stato bello farsi recuperare 70 punti. Oggi dovevamo dimostrare qualcosa, la squadra ieri è stata magnifica, stamattina siamo tornati più carichi e determinati. Ringrazio tutti, la mia famiglia ed Elena (la fidanzata, ndr), che mi danno un grande aiuto. Sapete? Spesso siamo giudicati troppo facilmente ma il ciclismo è anche questo».

Volata vincente di Viviani a Nervesa della Battaglia, abbiamo detto. Elia si è imposto per la terza volta in questo Giro numero 101 dopo le tappe in Israele (Tel Aviv e Eilat) e adesso guida 3-2 il conto nei confronti di Sam Bennett. Coledan aveva ripreso il gruppo a 150 metri dal traguardo approfittando della grande confusione in testa nell’ultimo chilometro di corsa (il via da Ferrara, 180 i chilometri della tappa) e ha cercato lui un allungo per andare a vincere, ma è stato beffato da Viviani nella volata di giornata, quella che simboleggia la tappa.
Lì, nell’attimo in cui pensava di vincere, Coledan si è letteralmente piantato nonostante la sua azione davvero importante. Super volata, nel finale, di Viviani che ha riscattato la delusione di ieri e ha regolato, con potenza, Sam Bennett e van Poppel conquistando punti preziosi per la sua maglia ciclamino. Quarto posto per Modolo, quindi Gibbons, Drucker, Belletti, Venturini, Planckaert e Debusschere. Viviani è stata bravo ma un portento lo è stato Morkov che lo ha rimesso nelle posizioni di testa, lì proprio dove Elia diventa irresistibile.
Attraverso l’Italia per arrivare nella Marca, a Nervesa della Battaglia, terra che come abbiamo detto evoca eroi e anche ciclismo come quello di Bottecchia senza dimenticare, pensando a Ferrara, Binda e Guerra. Terra, quella di Nervesa e del Piave con i duelli aerei di Francesco Baracca proprio dove è morto, il 19 giugno 1918, e dove D’Annunzio lo ha ricordato durante il suo funerale. Tappa con l’immancabile fuga cominciata presto, pochi chilometri dopo il via con Tonelli (Bardiani), Vendrame (Androni), Zhupa (Wilier) ma anche Irizar e Marcato.

Tutto inutile perché sarebbe stata, come lo è stata, la volata a decidere il vincitore.
 Aspettando lo Zoncolan, nella tappa di domani, Yates è sempre il padrone: la maglia rosa è sua. Felice, il britannico ha spiegato che «è stato un bell’allenamento, tranquillo, in vista di domani. Nel finale, quando c'è uno sprint come oggi, per me che sono piccolo e non ho grande potenza non è mai facile. Vedremo cosa accadrà sullo Zoncolan, non conosco la salita anche se so che è un’ascesa importante».
 Ieri sera visita speciale in casa Astana. A Filottrano, il paese di Scarponi, c’era Roberto Mancini. Il neo cittì della nazionale di calcio, che era andato nelle Marche per visitare la mamma a Jesi, è andato a cena con la squadra. Il Mancio, appassionato di ciclismo, si è intrattenuto con la famiglia Scarponi e con i piccoli Tommaso e Giacomo, i figli di Michele Scarponi, che ha coccolato.

LO ZONCOLAN
 Domani c’è la prima vera sfida sulle Alpi. Si va sullo Zoncolan, montagna epica e parte della storia del ciclismo. Partenza da San Vito al Tagliamento, poi 181 chilometri fino allo Zoncolan, 5 i GPM con circa 4400 metri di dislivello. C’è il Monte di Ragogna e poi, negli ultimi 45 km, si scalano Passo Duron, Sella Valcalda e Monte Zoncolan. Sono passi senza respiro e senza un metro in pianura. Dicevamo del monte Zoncolan: nella prima parte ha una pendenza fino al 22%. Questa vetta rappresenta una parte di storia di questo sport, con il suo record di vittorie nella mani di Simoni, che quì vinse nel 2003 e poi nel 2007 fece segnare il record della cronoscalata con 39'03. Nel 2003 Pantani arrivò quarto e tutti lo acclamarono nella convinzione che il Pirata era finalmente tornato. Nel 2010 ci fu il miracolo Basso che dimostrò la sua supremazia su Evans e Scarponi e poi l'ultima ascesa nel 2014 con il successo di Rogers. Questa salita però la prima volta venne fatta dalle donne nel 1997 vere pioniere dello Zoncolan. Domani i corridori percorreranno l'ultimo tratto di strada senza ammiraglie e i meccanici al seguito saranno sulle moto.
 
 
Arrivo, 13. Tappa, Ferrara-Nervesa della Battaglia, km 180:
1. Viviani (Quick-Step Floors) 3h56’25”, 2. S. Bennett (Bora-Hansgrohe), 3. van Poppel (Team Lotto NL-Jumbo), 4. Modolo (EF Education First-Drapac Cannondale), 5. Gibbson (Team Dimension Data), 6. Drucker (BMC Racing Team), 7. Belletti (Androni Giocattoli-Sidermec), 8. Venturini (AG2R La Mondiale), 9. Planckaert (Team Katusha Alpecin), 10. Debusschere (Lotto Soudal), 34. Yates (Mitchelton Scott), 39. Dumoulin (Team Sunweb), 52. Aru (UAE Team Emirates), 65. Fromme (Team Sky) tutti con lo stesso tempo di Viviani.
 
Classifica generale
1. Simon Yates (Gbr, Mitchelton) in 55h54'20", 2. Tom Dumoulin (Ola, Sunweb) a 47", 3. Thibaut Pinot (Fra, Groupama) a 1'04", 4. Domenico Pozzovivo (Ita) a 1'18", 5. Richard Carapaz (Ecu) a 1'56", 6. George Bennett (Nzl) a 2'09", 7. Rohan Dennis (Aus) a 2'36", 8. Pello Bilbao Lopez (Spa) a 2'54", 9. Patrick Konrad (Aut) a 2'55", 10. Fabio Aru (Ita) a 3'10", 11. Miguel Angel Lopez (Col) a 3'17", 12. Chris Froome (Gbr)  a 3'20".
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