Il Gigante Miressi vince l'oro nei cento: il nuoto ha una nuova stella

Il Gigante Miressi vince l'oro nei cento: il nuoto ha una nuova stella
di Piero Mei
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Lunedì 6 Agosto 2018, 08:09
Il ragazzo d’oro è un ragazzone torinese di 2,02 metri, Alessandro Miressi, che vince la gara più bella agli Europei di nuoto a Glasgow, quella dei 100 metri stile libero, che è come i 100 metri in atletica anche se è lunga, in tempo, più di cinque volte tanto; è come una finale di Champions League, come una Wimbedon o un Derby d’Epsom. È “il Nuoto”. Le ragazze d’argento sono le sincronettes del combo, specialità che mette tutte insieme i vari esercizi di questa disciplina e premia lo spirito e la realtà del gruppo. L’uomo di bronzo è Gregorio Paltrinieri, ma il suo bronzo nei 1500 scolorirà in oro come farà il cavallo di Marc’Aurelio alla fine del mondo, quando finirà il malessere che ha colpito Greg, questione intestinale, alla vigilia della “sua” gara che lui modestamente dice “chissà, avrei perso lo stesso”, ma pensiamo di no, e che comunque ha voluto onorare giacché non è un tipo qualunque ma è Gregorio Paltrinieri e ha strappato dal suo vocabolario tutte le pagine dove fosse “arrendersi”, “resa” o sinonimi. Mica solo questo nel giorno del nuoto: c’è pure l’adolescente di bronzo, Federico Burdisso, ripescato per la finale dei 200 farfalla e capace di salire sul podio a 17 anni non ancora compiuti (20 settembre 2001), primo azzurro del Terzo Millennio a raggiungere un risultato simile; c’è il bronzo di “tigna” contro tutto di Arianna Castiglioni nei 100 rana; c’è il bronzo della staffetta 4X200 maschile, che qualcuno interpreta come la gara-termometro della buona salute del movimento e i ragazzi che fecero l’impresa sono Alessio Proietti Colonna, Filippo Megli, Matteo Ciampi e Mattia Zuin, senza dimenticare Stefano Di Cola, primo frazionista nella batteria del mattino. Questo è il riassunto, lungo quanto basta per menzionare finali e podi. E ci sarebbe dell’altro, tra quarti posti e belle qualificazioni. 

ALESSANDRO MAGNO
Miressi è strepitoso: non solo perché si migliora ad ogni gara (l’ha fatto dal Sette Colli in qua) ma anche perché ha l’apparenza, e forse la sostanza, di guardare alla vita ed all’acqua con naturalezza totale. S’era prefisso, con il suo allenatore, del quale ha lo stesso ciuffo ribelle, l’allenatore Antonio Satta bianco, lui, ora, un ciuffo d’oro idealmente, un passaggio ai 50 in 23.2, è stato di 23.22, qualcosa in più, come quel decimo (48.01) che gli ha impedito di abbattere “quel maledetto muro” dei 48 secondi. A 19 anni sai quanto tempo hai davanti per tirare giù muri? Idoli? «Idolo idolo nessuno; mi sono piaciuti Luca (Dotto) e Filippo (Magnini) e Phelps. Mi piace Dressel: lo penso irraggiungibile». “Pure io lo pensavo, l’altr’anno…” sottolinea serafico l’allenatore Satta. “Teniamo la gara regina in Italia”. Parla quieto: «Io non sono uno che si esalta. E questo lo considero un punto di partenza». A chi telefonerai per primo tra i tuoi? «Sono tutti qui, compresa Giorgia, la mia ragazza. Ci aspetta la Sardegna. Io re? Andiamoci piano». E’ lui che ci va forte. Ti supportano tutti? «Piuttosto mi sopportano: in certi casi non li considero proprio», ma lo dice in un altro modo, più “terricolo”. Che gli ha detto l’allenatore Satta prima del saluto pregara? «Gli ho detto di vincere» è la risposta senza fronzoli. «Ed io l’ho fatto». 

GREGORIO MAGNO
Poteva rinunciare. Aveva la febbre, aveva fastidi intestinali dall’altro pomeriggio, per la notte intera e fino alla vigilia della gara, della camera di chiamata. 37.6 la febbre. Ma la febbre del campione era più alta. Non era la febbre dell’oro, ma quella di non voler rinunciare alle pur esigue possibilità di difendere il titolo. Quasi piangerebbe per la rabbia: «E’ successo proprio qui, proprio ora». Il suo compagno di allenamento Acerenza è quarto in 14:51.88: «Greg vale 15 o 20 secondi meno» dice il Moro che li allena. Avrebbe dunque vinto, perché l’oro è andato in 14:36.15 al tedesco Wellbrock, l’argento a Romanchuck e Gregorio era terzo, pallido e smunto, in 14:42.85. «Secondo me ho fatto bene a provarci, dovevo farlo anche se ragionevolmente senza essere qui avrei potuto tentare di rifarmi negli 800». Recupererà? Ci proverà ancora? Greg è capace di tutto, sia interpretato nel bene che questo significa. 
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