La quarta meraviglia di Fede
La Divina

Federica Pellegrini
di Piero Mei
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Mercoledì 24 Luglio 2019, 16:22 - Ultimo aggiornamento: 17:05
Ciò che valeva la prima volta, e la seconda, e la terza, e la quarta, e la quinta, e la sesta, e la settima volta, vale anche nell’ottava: non c’è niente di non detto, di non scritto, di non pensato in tutte queste volte mondiali che Federica Pellegrini è salita sul podio del nuoto nei suoi 200 metri, la gara preferita, il paradiso suo e di chi ama il nuoto, o lo sport, o semplicemente l’Italia. E le ragazze italiane che sanno accendere ogni passione.
E l’ottava volta, quella di oggi in una città della Corea del Sud che ha poco di bello, è stata la quarta d’oro. Lo aveva vinto a Roma, nella piscina più bella del mondo, a Shanghai, la New York d’Oriente, a Budapest dove il nuoto è una religione quasi più importante della corona del re, Santo Stefano.
MERAVIGLIOSA BUGIARDA
Aveva detto, in quel di Budapest, «mai più». Mai più la gloriosa fatica dei 200. Fortunatamente mentiva. Forse lo pensava davvero, ma poi cammin facendo e acqua nuotando ci ha ripensato. O forse l’ha sempre pensato. E dopo un anno sprint, gare di velocità e vita nuova, da diva in tv e da tutto quello che poteva sognare, vita nuova anche sentimentale («Sono felice, completamente felice» dichiara ma non fa nomi e neppure cognomi, pure se gli esegeti degli sguardi pensano al suo allenatore Matteo Giunta) ecc che a gennaio parla con Matteo. Si torna ai 200. «Perché quello che lei vuole, lei si prende» dice l’allenatore.
CORSIA 4
Così s’è presa la finale di oggi, nuotando una gara come mai fatto in semifinale: velocità al passaggio e controllo poi. «E non è al massimo della sua potenzialità» dice ancora Giunta. C’è Tokyo qui vicino e all’orizzonte olimpico, Tokyo dove fare cinque Olimpiadi.
«E’ la prima volta che all’arrivo non guardo la posizione ma il tempo» dice Federica: 1:54.22 il crono. «Ho sempre pensato di chiudere la carriera con un 1:54 netto». Non l’ha fatto e dunque non chiude. «C’è l’Olimpiade ma debbo qualificarmi» sorride. Perché se niente delle sue doti ha perduto con il tempo, una ne ha guadagnata: l’ironia, specie quando vince il che capita sovente.
TUTTE SCONFITTE
Le mancava di battere la Sjoestroem, la formidabile svedese che spesso non incrociava le sue battaglie con Federica, preferendo corsie meno difficili. L’ha battuta. Terza, 1:54.78. Ha battuto anche l’astro nascente, l’australiana Titmus, che sgambettava appena quando Federica era già “la Divina” e che qui ha cotretto alla resa la Ledecky. Però la Ledecky qui non c’era, la stuzzicano. «Katie l’avevo battuta già».
100 O NO?
Dopo aver tenuto per mesi il dubbio sui 200, adesso è la gara sui 100 ad entrare in discussione. Domani le batterie mondiali: ci sarà o no? Intanto un’altra gara e un altro record italiano l’ha preso in finale di giornata con la staffetta mista mista. In quarta frazione, per i 100 stile, ha partecipato a un sesto posto con Simone Sabbioni, Fabio Scozzoli ed Elena Di Liddo. La sua frazione la nuota in 52.76, il tempo del quartetto è di 3:43.27. E’ durato poche ore il primato di Panziera, Martinenghi, Di Liddo e Frigo.
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