Olimpiadi 2026, Sala: «Milano c'è, ma deve essere primo nome nel brand». Valente: «Così non è possibile procedere»

Olimpiadi 2026, Sala: «Milano c'è, ma deve essere primo nome nel brand». Valente: «Così non è possibile procedere»
di Redazione Sport
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Lunedì 17 Settembre 2018, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 19:06
Milano non si tira indietro dalla candidatura italiana a tre, con Torino e Cortina, per ospitare i giochi olimpici invernali del 2026 ma la città, che è quella più conosciuta a livello internazionale, deve essere la più visibile o perlomeno la prima nel brand olimpico, che dovrà riportare solo i nomi delle città. È questa in sintesi, a quanto si apprende, la richiesta che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha formalizzato nella lettera inviata al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti.

Sala ha espresso l'esigenza di fare al più presto chiarezza sulla candidatura italiana e ha ribadito quanto già detto nelle scorse settimane: le Olimpiadi si fanno per rafforzare il brand di una città e Milano ritiene di avere le capacità organizzative per gestire direttamente il progetto olimpico, come ha già dimostrato con Expo 2015. Una organizzazione troppo complessa, ha spiegato ancora il sindaco, è destinata a subire una empasse. Quindi la posizione di Milano è che se il governo farà una scelta politica, per non creare tensioni al proprio interno, poi dovrà essere lui stesso a prendersi in toto la responsabilità amministrativa dell'evento.

«Le parole di Sala non sono allineate con quanto emerso nel recente incontro a Palazzo Chigi. Mettiamo un punto fermo a questo paradosso: non è possibile procedere quando le condizioni proposte da Coni e Governo non sono sostenute da una città importante come Milano». Simone Valente, sottosegretario della presidenza del Consiglio per i rapporti con il Parlamento e responsabile sport per il M5S, interviene con una forte dichiarazione all'Ansa nel dibattito sulla candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026

Questo il testo della dichiarazione completa di Simone Valente. «Sala, richiedendo che il brand olimpico ricada esclusivamente o in maniera più visibile su Milano, formalizza di fatto una pretesa insostenibile per tutti coloro che fino ad oggi avevano lavorato con grande impegno a un progetto unitario. È arrivato il momento - prosegue Valente - di mettere un punto fermo su questa situazione paradossale: non è possibile procedere quando determinate condizioni proposte da Coni e Governo non sono sostenute da una città così importante come Milano a causa delle dichiarazioni del suo sindaco
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