Trost eliminata: il salto è tra le lacrime

Trost eliminata: il salto è tra le lacrime
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Giovedì 10 Agosto 2017, 22:25 - Ultimo aggiornamento: 22:55
Gli occhi bellissimi di Alessia Trost sono di lacrime. L’italiana bella che saltà da ragazza in cima ai sogni atletici e ci riportò indietro nel tempo al pensiero dominante della dolce Sara, la Simeoni olimpionica e mondiale, adesso ha il salto confuso. Ha cambiato tecnica ma ancora non l’ha automatizzata del tutto e il salto in alto di questo è fatto, di gesti meccanici e ripetitivi che il corpo fa da solo.
Prima, l’ha detto lei, puntava sulla coscia; adesso è il piede il punto di forza, il piede misura 41. E’ da lì che Alessia da gennaio, da quando s’è trasferita ad Ancona (in Ancona, diceva quello) a casa di Babbo Tamberi che allena anche il suo Gimbo, ha cercato di ripartire con una nuova tecnica. Ha bisogno di tempo per “digerirla” e impararla a memoria.
Ha anche smesso di mimare con mani e braccia i movimenti della rincorsa e dello stacco come faceva un tempo. Ora quando è pronta per partire muove appena le dita, guarda dritta davanti a sé e cerca di volare. Ma le ali non si sono aperte: Alessia, dopo aver saltato 1.89 al terzo tentativo, con rabbia più che con tecnica, ha sbagliato tutti e tre i successivi a 1,92, quota che fra un gruppo e l’altro avevano passato esattamente in 12, quante ne erano necessarie per la finale.

CONSOLAZIONI
La Trost era così fuori dal sogno suo (e non solo). Lì per lì cercava di trattenere le lacrime, man mano che le amiche di pedana andavano a consolarla; si sedeva sulla panca, si copriva gli occhi; forse si chiedeva “perché non riesco più a saltare?”; l’avvicinava la spagnola Beitia alla quale all’ultimo tentativo la quota capestro era riuscita. Ruth cercava perfino di strappare un sorriso ad Alessia; era difficile, ma alla fine, pur tra le lacrime, l’impresa della Beitia aveva l’aria d’un piccolo successo.

TECNICA ED EMOZIONE
Ha detto Alessia: “I salti che mi sono venuti bene sono quelli che sono riuscita a fare con la nuova tecnica, di piede e non di coscia; ma ancora non riesco a stabilizzare i gesti. L’emotività? No, sono sempre felice e positiva quando sono alle grande manifestazioni; certo, nel vedermi diciannovesima mi sento disorientata”. Ma ha le qualità per ritrovare la bussola.

LE “MASCHIACCIE” DEGLI 800
“Volevo solo vincere, ero concentrata solo su quello; mi sento bene dopo i 1500 e sono pronta per andare ancora. E questo stadio è la mia seconda casa: lo amo in ogni secondo che sto qui” ha detto Caster Semenya, la ragazza al testosterone dopo aver superato il primo turno dei “suoi” 800 metri. I tempi non contavano nulla, ma le posizioni: le prime erano sicure d’andare avanti e subito dopo la sudafricana che indossa i bermuda è stata promossa l’altrettanto “maschiaccia” la keniana Wambui. La specialità non sembra più esaltare la prorompente femminilità delle atlete, com’era Gabriella Dorio, Riccioli d’Oro, ai suoi non lontanissimi tempi. Trentaduesimo tempo ed eliminazione per l’azzurra Santiusti.

SCAVALCATO IL VIRUS
I lanciatori tedeschi sono arrivati a Londra quando il virus aveva già colpito i loro colleghi di pista: li hanno alloggiati in un altro albergo e si sono così sottratti al contagio, anche a quello delle brutte prestazioni. Tanto che Johannes Vetter lanciava subito a 91.20 e si qualificava. E’ il favorito per la finale.

LA “TUFFATRICE” S’E’ RIPRESA
La ragazza di Bahamas, la Miller-Uibo, che aveva vinto i 400 olimpici tuffandosi sul traguardo a Rio e che ieri era crollata nel finale della stessa gara bloccata dall’acido lattico quando stava per vincere ancora, s’è subito ripresa e ben presentata nella semifinale dei 200 donne. Lunghi capelli neri al vento e ottimo tempo d’entrata, 22.49, lo stesso della Schippers, la banalmente detta “olandese volante”. Falza partenza e fuori per la brasiliana Santos, tipo da Oba Oba o Miss Bum Bum.

GARA DI SORPASSI
Sorpassi e controsorpassi fra americani nella gara del triplo: 17.54 per Claye, poi 17.57 per Christian Taylor, 17.63 per Claye, 17.68 per Taylor: era il salto del campione.
E americane di sorpasso anche nei 400 ostacoli: partiva velocissima la Muhammad ma finiva piano, al contrario della vincitrice Kori Carter (53.07).

 
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