Pellacani e Bertocchi, tuffi d'oro: trionfo agli Europei nel sincro da 3 metri

Pellacani e Bertocchi, tuffi d'oro: trionfo agli Europei nel sincro da 3 metri
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Domenica 12 Agosto 2018, 14:30 - Ultimo aggiornamento: 22:04

Le bande e le band che tracimano per le strade di Glasgow e di Edimburgo in questi giorni di Campionati Europei, che si sono conclusi oggi, e di festival musicali pop, che dureranno tutto agosto, potrebbero suonare stasera a orecchio “Fratelli d’Italia”, tante volte l’hanno sentito. Gli sport dell’acqua l’hanno cantato ancora due volte, nella giornata del gran finale, grazie a Chiara Pellacani ed Elena Bertocchi, coppia vincente nei tuffi sincronizzati da tre metri, e ad Arianna Bridi che ha trionfato col batticuore d’un decimo di secondo, il tempo d’un palpito, nella 25 chilometri di fondo. Sommando a queste due medaglie quella di bronzo vinta da Matteo Furlan nella stessa gara di fondo, ma al maschile, il “bottino” dell’acqua azzurra è arrivato a contare 39 podi: ha dell’inimmaginabile, neppure per i più ottimisti fra noi italiani.

CHIARA DE NOANTRI

Dopo le tre medaglie della Quadarella, ecco, per una Roma di gloria (ma non di tifo: pare sia laziale) l’oro di Chiara Pellacani, senza ovviamente nulla togliere alla sua compagna di podio, Elena Bertocchi, che già da sola una medaglia se l’era conquistata, tuffi da un metro. Chiara non ha ancora 16 anni: ne ha 15 ed 11 mesi. E’ più piccola di più di un anno di Tania Cagnotto quando prese la sua prima medaglia europea: ne aveva 17. E di Tania, che si spupazza la piccola Maya, può essere l’erede. Sempre che Tania abbia davvero deciso di smettere definitivamente e non ceda invece alle sirene dell’impatto mediatico e non solo sportivo che avrebbe il suo rientro in coppia con la compagna di sempre, Francesca Dallapè, anch’essa alle prese con la piccola prole. Una coppia di mamme sul trampolino sarebbe un ottimo argomento per Tokyo 2020.La gara vinta dalla Pellacani e dalla Bertocchi è la stessa che la Cagnotto e la Dallapè hanno vnto per otto volte consecutive dal 2009 fin qui. Le subentranti hanno difeso il regno azzurro.

IL COMPAGNO DI SCUOLA

Chi indirizzò Chiara ai tuffi fu un compagno di scuola a un centro estivo. “Buttati” le fece dopo averla accompagnata al trampolino: “Mi sono buttata e non ho smesso più”.

Chissà se lo ha pensato oggi, prima di uno dei cinque tuffi di finale, due obbligatori e tre liberi; magari al quinto, un doppio e mezzo indietro, che ha portato le due azzurre a 289,26 punti che costituiscono lo score dell’oro. Da bordo vasca Chiara ed Elena hanno guardato il tabellone quasi fosse un’icona d’un santuario che prometteva un miracolo. Anche i loro tecnici, Rinaldi e Scola, ammiccavano l’un l’altro; Tania che guardava tratteneva il respiro; mancavano le inglesi. E queste due, prime fino ad allora, furono così poco sincrone da rimediare un 39.40 e finire giù dal podio.. 

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STRAFELICI

Ora Elena non avvertiva più quel dolore al quadricipite sinistro che la tormentava da due giorni e Chiara poteva raccontare della propria tranquillità: “La vittoria è stata la cosa più importante, ma anche la tranquillità in gara; siamo andate avanti tuffo dopo tutto, pensando solo a quello e non alla classifica”, Pronti? Uno, due, tre, diceva Chiara che aveva Elena alla propria destra. Al tre volavano. “Mi piace volare, mi piace viaggiare, i tuffi sono l’ideale”. Prossima destinazione? “Una lontana ma non troppo è Tokyo: avrò 18 anni quasi, potrei dare il mio contributo”. E poi ne avrà 22 a Parigi 2024, 26 a Los Angeles 2028 e 30 a quella di chissà dove. 30 come Tania oggi.

LA MANO DI ARIANNA

Arianna Bridi, nelle acque di Loch Lomond, scure per le alghe e fredde di loro (anche oggi poco sopra i 17 gradi, muta obbligatoria) butta la mano sinistra sulla piastra e batte d’un decimo di secondo, alla fine di 25 chilometri di nuoto, l’olandese Van Rouwendaal, che fin qui aveva vinto tutte le tre gare con donne in acqua a Glasgow, settore fondo.

QUESTIONE DI TAGLIA

Arianna è stata più grande di se stessa: anche la taglia della muta. Perché oggi è stata scelta una di misura superiore rispetto a quella usata fin qui e che non avev dato i frutti sperati. Pure abituata all’acqua fredda del lago di Caldonazzo, casa sua, Arianna Bridi non è abituata alla muta che ne frena la fluidità del nuoto suo abituale, la costringe a movimenti forzati ed a pesnieri più scuri dell’acqua di Loc Lomond perché non le viene nuotare naturale. La taglia liberatoria le è servita. S’è messa in gruppo e s’è ritrovata prima poco dopo l’arrivo del branco dei maschi che nuotavano per la stessa gara sullo stesso percorso e dunque i due gruppi si mescolavano. “Ne ho seguito uno, non sapevo se era maschio o femmina; quando ho visto che andaa all’imbuto d’arrivo ho pensato: o è un maschio che finisce o una femmina che si ritira”.

S’è ritrovata prima. E’ presto ricomparsa dalle sue parti la Van Rouwendaal che aveva perso terreno (cioè acqua) obbligata a tornare indietro su di una boa che aveva preso dalla part sbagliata.

“TANTO T’ASPETTO”

La Bridi la lasciava passare e si metteva in scia. I conti si sarebbero fatti all’imbuto finale. E poi, e lo sapeva, forse Sharon poteva incappare in una squalifica per quel tornare indietro dopo aver posato i piedi sul fondo, lì dove si tocca, al momento della conversione a U. Però al fine di evitare quesyioni, reclami e via discorrendo, era al finale che Arianna cercava il sorpasso. Sharon quasi la buttava su di un cordolo, Arianna cambiava rotta e passava alla sinistra dell’olandese. Un alto e un tuffo sulla piastra; avrò vinto o no? Aveva vinto.

FURLAN DI BRONZO

Anche Matteo Furlan, un altro dei più “antimuta” (“le mute uccidono il nuoto” sentenzia) ha aumentato la taglia rispetto alla 10 km, nella quale fu il migliore degli azzurri. Lo è di nuovo, grazie al bronzo che conquista dietro l’ungherese Rasoszky, già vincitore della 5 chilometri e al russo Belayev. Simone Ruffini è quinto. Sedicesimo il giovanissimo Occhipinti, il quale ruba l’occhio a vederlo a nuotare: “E’ il più bel nuotatore della 10 chilometri”, sentenzia il cittì Massimo Giuliani che ora, in questa gara olimpica, l’unica del fondo, avrà abbondanza di atleti, visto che si aggiungerà anche Gregorio Paltrinieri, il cui avversario vincente dei 1500, il tedesco Wellbrock, si è ritirato dopo un giro. “Sì c’è abbondanza, bisognerà saperla cucinare”. Una pentola d’oro come sull’albero della cuccagna?

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