Wierer vince ancora, è lei la regina di Coppe. Con dedica: «Andrà tutto bene»

Wierer vince ancora, è lei la regina di Coppe. Con dedica: «Andrà tutto bene»
di Mario Nicoliello
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Domenica 15 Marzo 2020, 07:35
C’è voluto un finale pazzesco, non adatto ai cuori deboli, ma al termine di una gara incredibile Dorothea Wierer ha sollevato al cielo per il secondo anno consecutivo la sfera di cristallo. La regina del biathlon è ancora una volta la bellissima altoatesina, fredda e implacabile nel portare a compimento la fatica finale di un inverno epico. «Vinceremo insieme, andrà tutto bene», aveva scritto su casco e carabina la Calamity Jane di Rasun, lanciando un messaggio di unità e di speranza al nostro Paese sferzato dal Coronavirus. Dorothea in Finlandia non ci voleva andare, è stata costretta a gareggiare da una folle organizzazione che non ha voluto alzare bandiera bianca, eppure è riuscita a centrare il bersaglio grosso. Alla vigilia della 10 chilometri a inseguimento, l’azzurra guidava le danze con 8 punti di vantaggio sulla norvegese Tiril Eckhoff. Ragion per cui è stato un duello all’OK Corral tra l’italiana e la vichinga sulla neve di Kontiolahti, dove si è gareggiato senza pubblico sugli spalti. Per vincere Wierer doveva rimanere attaccata all’avversaria, circostanza che sembrava non avverarsi dopo il terzo poligono, quando Eckhoff veleggiava in testa alla gara e la ventinovenne finanziera arrancava nelle retrovie per via dei quattro errori sin lì commessi. Tutto sembrava perso, ma nel biathlon mai dire mai. Così l’incredibile è accaduto all’ultimo poligono, dove Eckhoff ha sbagliato tre volte e Wierer una. Le due si sono ritrovate appaiate nella tornata conclusiva, con la norvegese a fare da lepre e l’italiana a controllarla, senza lasciarla scappare. Al traguardo sono arrivate rispettivamente decima e undicesima, tanto è bastato a Dorothea per conquistare la seconda Coppa del mondo consecutiva, impresa che nel biathlon in gonnella non riusciva dal 2002. «Con la mia avversaria diretta che partiva 50” prima di me, ho cercato di dare il massimo, fortunatamente è andata bene». Il trionfo nella generale, che fa il paio con la coppa di specialità della mass start, proietta Wierer nell’empireo della disciplina invernale più spettacolare. «Ho pensato di avere perduto la coppa venerdì dopo la sprint, ho creduto servisse un miracolo per rimanere in testa alla classifica, ma la fortuna è rimasta dalla mia parte».
SOCIO-POLITICA
Così dopo aver conquistato due ori ai Mondiali casalinghi, la seconda sfera di cristallo è la conferma della crescita personale: «In questa stagione mi sono convinta di credere maggiormente in me stessa, come donna vivo quotidianamente di dubbi, fortunatamente i tecnici mi motivano e mi permettono di provarci fino in fondo». Qui finisce la Wierer sportiva e comincia quella politica: dapprima critica con la Federazione internazionale («Ero arrabbiata e delusa per quanto successo sinora e preoccupata per la situazione in Italia. Era perciò difficile con la testa rimanere concentrati qui in Finlandia, non ho capito perché il nostro sport è stato l’unico a non fermarsi»), poi brava a incoraggiare l’Italia: «Dedico il risultato a tutti gli italiani. Solo insieme riusciremo a superare questo difficile momento, noi facciamo sempre vedere di quale pasta siamo fatti nei momenti difficili, non ho dubbi». Wierer non è stata l’unica a polemizzare contro il mancato stop delle competizioni. Ieri si è levata la protesta della Federazione pugilistica italiana che ha definito il torneo di qualificazione in svolgimento a Londra «una tragicomica teatrale con un finale, i Giochi olimpici di Tokyo, sempre più imprevedibile e distante dall’essere quel momento sportivo che premia i più forti selezionati con regole e criteri omogenei».
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