Alma Trieste, ecco Wright, l'uomo che ha sconfitto la sclerosi multipla

Alma Trieste, ecco Wright, l'uomo che ha sconfitto la sclerosi multipla
di Marino Petrelli
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Giovedì 5 Luglio 2018, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 18:44
“La tua carriera è finita”. Un responso che nessuno sportivo vorrebbe sentirsi dire, soprattutto quando si è all’apice della carriera. Chris Wright, appena acquistato dall’Alma Trieste, neo promossa in Serie A, ha sentito questa frase nel 2012 ma ha vinto la battaglia contro la sclerosi multipla, la tristemente conosciuta malattia autoimmune cronica che colpisce il sistema nervoso centrale con uno spettro molto ampio di sintomi a cui si può andare incontro. La storia di Chris è quella di un ragazzo fortunato. Uscito dal college di Georgetown, era da poco arrivato in Turchia per giocare il suo primo vero campionato fuori dagli Stati Uniti, dopo che il Draft lo aveva scartato. Talentuoso, ma “undersized”, troppo piccolo per i pari ruolo in Nba. Nei primi mesi all’Olin Edirne viaggiava a oltre 12 punti di media e quasi 5 assist, non male per un rookie. Un pomeriggio di marzo, a fine allenamento inciampa e cade a terra. Non dà peso all’accaduto, ma la notte successiva accade qualcosa di grave, si risveglia senza sensibilità alla mano, al braccio e alla gamba destra.

Portato d’urgenza all’ospedale di Istanbul, i medici gli diagnosticano la sclerosi multipla. Il responso fu chiaro: il play non avrebbe potuto più giocare a basket. Per quattro mesi non riesce a camminare e le sue forze sono molto ridotte. Ma la tenacia del 29enne è stata più forte di tutto alla fine ce l’ha fatta, grazie anche all’aiuto di Heidi Crayton, direttore del centro per le sclerosi di Washington che lo prende in cura e gli dice che ci sono speranze concrete. Il 13 marzo 2013 i Dallas Mavericks gli fanno firmare un contratto di dieci giorni e lui fa l’esordio in Nba con un canestro, liberando una gioia irrefrenabile. Resterà l’unico canestro nella lega statunitense, ma ormai Chris aveva vinto la sua battaglia e nessuna squadra aveva più paura di farlo allenare e giocare. Ora, ogni mese deve sottoporsi a un ciclo di iniezioni molto aggressive che lo costringe a rimanere a riposo per le successive ventiquattro ore, ma la sua vita è tornata normale e il suo è un esempio per tutti quelli che stanno peggio. Il suo impegno si traduce anche fuori dal campo con la “Chris Wright Foundation” che offre un aiuto concreto ai malati di sclerosi multipla.

Il nativo di Bowie, nel Maryland, è da considerarsi un veterano per il nostro campionato, per aver giocato sei mesi a Pesaro, poi Varese e Torino. L’ultima stagione in maglia Grissin Bon Reggio Emilia ha mantenuto buoni numeri: 9.3 punti e 3.4 assist a partita fanno di lui l’uomo ideale per il gioco di coach Dalmasson, essendo un ottimo regista con buona visione di gioco. Per Trieste, tornata in Serie A dopo 14 anni, è il primo colpo di mercato, nell’ambito di una campagna acquisti che si preannuncia importante e che, a detta del presidente Scavone, crescerà di anno in anno fino a cominciare a pensare allo scudetto dal 2020. Wright dovrà essere il leader in campo senza dimenticare la sua forza interiore che nasce dall’aver vinto una malattia difficile, come Drake Diener che convive da anni con la Malattia di Chron e come tanti altri atleti anche meno conosciuti. A Trieste sono già pazzi del “ragazzo fortunato”.
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