Coronavirus, l'avvocato Morelli: «Per il basket perdite per oltre 40 milioni. Si sta studiando se e come ripartire»

Coronavirus, l'avvocato Morelli: «Per il basket perdite per oltre 40 milioni. Si sta studiando se e come ripartire»
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 30 Marzo 2020, 23:23 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 14:49
Mentre il calcio litiga, il basket sembra compatto nel prendere decisioni . Stipendi, stop al campionato e perdite dell'intero sistema. Ne parliamo con l’avv. Enzo Morelli, avvocato della Lega Basket di Serie A.
 
Dopo il rugby anche il basket sta per dire addio allo scudetto? In settimana riunione con i club della Lega: qual è l’ipotesi più probabile? Sul tavolo c’è ancora l’idea di tornare in campo?
Il presidente della Lega Gandini è stato chiaro: ogni decisione sarà presa in base all’evoluzione dell’emergenza e ai provvedimenti del Governo. Occorrono garanzie sanitarie e atletiche. Ad oggi è proprio difficile fare una previsione. L’ultima parola sulla chiusura del Campionato, sulla classifica finale, sulle retrocessioni e sulle promozioni dall’A2, e su ogni elemento relativo alle competizioni, spetta comunque alla Federazione. È chiaro, la LBA avrà sicuramente un ruolo importante, non può essere altrimenti. Le 17 società stanno discutendo e continueranno a valutare i pro e i contro nelle prossime riunioni assembleari, anche in base ai nuovi provvedimenti del Governo.  Bisogna tener conto che il Presidente Gandini, appena eletto, ha voluto immediatamente istituire commissioni di lavoro, alcune con taglio istituzionale, alcune con taglio più operativo, per studiare gli scenari e le soluzioni, affinché la Lega e le squadre si facciano trovare pronte al momento in cui si dovranno compiere le scelte del caso.
 
 
Come saranno gestite le retrocessioni?
Il format di questo campionato prevedeva 2 retrocessioni dall’A1 alla A2 e due promozioni dall’A2 all’A1. Il nuovo scenario potrebbe portare anche a ripensare tutto l’ordinamento dei campionati, non solo le promozioni e le retrocessioni. La Lega valuterà e avanzerà le proprie proposte, ma, come ho detto sopra, l’ultima parola spetta alla FIP.
 
Analizzerete anche l’ipotesi di un taglio degli stipendi?
 Il momento è straordinario, le società devono affrontare costi ingenti a fronte di introiti in alcuni casi azzerati. Le Commissioni servono anche per questo.  Del resto, tutto il mondo sportivo si pone problemi analoghi. La soluzione largamente condivisa è che tutte le componenti (atleti, allenatori, agenti sportivi, etc.) devono partecipare ai sacrifici necessari affinché il movimento possa darsi una prospettiva di sostenibilità, nel breve e soprattutto nel lungo periodo. Senza questi sacrifici condivisi il basket non ripartirà. Occorre comunque ricordare che nel basket, a differenza del calcio, i contratti sono prevalentemente annuali. Vi è una differenza nell’approcciare il problema della riduzione del corrispettivo. La fattispecie, sul piano giuridico, è comunque complessa, come si evince dai numerosi pareri, spesso discordanti tra loro, di questi giorni: è auspicabile una soluzione concordata senza dover ricorre a procedimenti arbitrali o aspettare interventi del Governo. Ma tutti devono fare la loro parte. 
 
Gli americani tornati a casa ora sono bloccati lì, che ne sarà dei loro contratti?

Bisognerebbe fare un’analisi caso per caso. In termini generali, in tutti i casi in cui i giocatori si sono allontanati senza permesso credo che le società potranno ottenere la risoluzione o comunque la riduzione dei corrispettivi. La prestazione non è infatti più stata resa e il giocatore si è sottratto ai propri doveri contrattuali. Diverso è invece il caso di quei tesserati che sono rimasti “a disposizione” in Italia ed abbiano continuato ad allenarsi (individualmente) secondo le direttive dei propri club. Vi è una differenza anche sotto il profilo della buona fede e correttezza che potrebbe pesare negli eventuali contenziosi. Chi vorrà poi rientrare in Italia, o far tornare in Italia gli atleti espatriati, per la (eventuale) ripresa degli allenamenti dovrà affrontare diverse problematiche legate al proprio contratto, sempre che non sia stato nel frattempo risolto, e anche alle regole sul rilascio di visti per lavoratori sportivi, o ancora le restrizioni dettate dai vari stati per contenere l’emergenza sanitaria.
 
A quanto ammonta il danno economico di questo stop per la serie A di basket?
È stata fatta una prima stima dei danni, superiore ai 40 milioni di euro, ma è in corso un’ulteriore analisi con l’advisor che affianca la Lega in questo momento di crisi. Il danno è, in ogni caso, straordinario e, senza sostegni da parte delle istituzioni e ragionevolezza da parte di tutte le componenti, rischia di travolgere il movimento della pallacanestro di vertice.  La Lega sta studiando proposte da presentare al Governo per un provvedimento che preveda agevolazioni e sgravi fiscali. E sempre con l’obiettivo di recuperare uno dei punti di forza del decreto Melandri, ritornando a quei modelli di mutualità che garantivano sostegno all’intero mondo del professionismo, e dunque anche al basket.
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