Il ct Sacchetti: «Milano deve vincere per forza»». La matricola Bologna è da semifinale?

Il ct Sacchetti: «Milano deve vincere per forza»». La matricola Bologna è da semifinale?
di ​Vanni Zagnoli
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Venerdì 29 Settembre 2017, 22:07 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 00:42
“E tu come stai?”. E’ la domanda rituale, degli ultimi anni, fra i giovani, per spezzare il discorso, per alleggerire il discorso. Ecco, come sta il basket italiano? Maluccio, grazie, ma è meglio non dirlo perchè altrimenti scende l’appeal del marchio. La serie A parte domani, su Raisport e su Eurosport2, e Milano è la favoritissima per tutto, escluso l’Eurolega. «Non cominciare a piangere - dice il ct Meo Sacchetti a Simone Pianigiani, rientrato da Israele -, perchè tu hai la squadra più forte, devi vincere e basta». E’ così, l’Olimpia resta una spanna sopra le altre, ha un budget triplo o quasi rispetto alle concorrenti e può azzeccare il triplete. La supercoppa è in bacheca, con sofferenze circoscritte, ha domato Venezia, la coppa Italia va confermata, lo scudetto è arrivato appena due volte, nell’èra Armani, con Banchi e Repesa, è più complicato. Livio Proli da uomo di re Giorgio ha appena 6 trofei in bacheca, può equilibrare la media raggiungendo gli 8. La struttura è di prim’ordine, con Portaluppi e Hruby (ex allenatore, ora editore), Jordan Theodore impatta da campione, speriamo anche in Eurolega. Le scarpette rosse dovrebbero agguantare perlomeno i quarti, ma il blasone e le ambizioni sono da final four. Del resto sono la Juve della pallacanestro. Spiace che italiani di prim’ordine trovino poco spazio, Cincarini, Abass e Cusin ne meritano, non solo Dada Pascolo, peraltro vulnerabile. Il più agguerrito dei rivali è Luigi Brugnaro, il sindaco di Venezia, proprietario della Reyer e persino dello sponsor, Umana. Giacche colorate, compagna appariscente che gli ha dato 2 figli, dopo i primi 3, è un vulcano. «Memorabile quella volta che quasi mi aggredì fisicamente”, ci confessa una dirigente di serie A. «Leggende - abbozza lui -. A me piaceva molto Gentilini, il sindaco-sceriffo. Domenica, mentre noi ci giocavamo la supercoppa, a Marghera un centinaio di veneti contestavano a priori». L’urbanizzazione o chissà cos’altro. La pallacanestro è sport di grandi personaggi, sfilati lunedì a Castelsampietro Terme, nel Bolognese. Lì abbiamo scoperto che Forni (Auxilium Torino) è notaio: «Forse l’unico dello sport italiano di vertice».Straordinaria la storia di Maltinti. «Sponsor e poi azionista di Pistoia. Simboleggiamo la provincia vera, culla del nostro sport».
Ecco, se Roma e Napoli sono sprofondate, se Palermo mai è arrivata anche solo in A2, Milano domina e Torino vuole onorare la wildcard in coppa. Il resto è tanta provincia, con i vicecampioni di Trento, tornata in Europa dopo l’anno di punizione, pagato anche da Reggio Emilia. Avellino è all’inseguimento della prima finale, sempre con Pino Sacripanti in panchina e Ariel Filloy in regia. La Virtus Bologna vale la semifinale, con Aradori e i fratelli Gentile. Sassari viene dalla finale di coppa Italia, con Pasquini allenatore e gm, figura unica del nostro sport, è sempre di livello, anche grazie a Stipcevic.Cantù vive una crisi profonda, con il patron Gerasimenko, prova a restare a galla con il 69enne Toni Cappellari, già re dei manager: «La polemica - racconta - attira l’interesse. Me lo diceva sempre il leggendario Aldo Giordani, direttore di Superbaske». La rosa è buona, con Burns, l’americano azzurro, ex Brescia. Dov’è rimasto Landry, il top giocatore dell’ultimo campionato. Obiettivo salvezza per l’altra lombarda, Varese, con Caja. Cremona ha i cugini Diener, Drake ogni tanto penalizzato da problemi intestinali, e Travis, ritirato due anni fa, ma perde il camerunese Biligha, passato a Venezia. Rischio retrocessione, come sempre, per Pesaro, meno per Capo d’Orlando, alle final 8 di coppa Italia. Dell’Agnello riparte da Brindisi, con molti stranieri. Con la cancellazione di Caserta, scudettata nel ’91, pugliesi e siciliani sono le uniche espressioni del sud, in uno sport con troppi stranieri. Anche Reggio si è barbarizzata.










 
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