Petrucci: «A Sacchetti e Crespi ho chiesto di vincere. I Mondiali 3x3 in Italia»

Petrucci: «A Sacchetti e Crespi ho chiesto di vincere. I Mondiali 3x3 in Italia»
di Gianluca Cordella
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Sabato 11 Novembre 2017, 10:40
L’estate delle urla di gioia strozzate in gola è alle spalle. Gli azzurri ancora una volta ai quarti degli Europei e ancora una volta fuori dalle semifinali. Le azzurre che accarezzano il sogno mondiale, svanito soprattutto per demeriti non propri. Alle spalle delle Nazionali maggiori, un movimento giovanile che spinge. Davanti, una linea che il presidente della Fip Gianni Petrucci ha voluto tracciare bella netta. Si cambia tutto per tornare a volare. Panchine azzurre a “Meo” Sacchetti e Marco Crespi. E l’occhio attento di “Boscia” Tanjevic, nominato direttore tecnico di tutte le rappresentative azzurre, pronto a scovare i problemi e a individuare le soluzioni.
Presidente, si sente un po’ a un anno zero del suo mandato?
«Non lo definirei anno zero. Le due Nazionali, in fin dei conti, agli Europei sono arrivate entrambe tra le prime otto, nonostante i fischi disgraziati che sono costati tanto alle donne e i problemi e le assenze che ha dovuto fronteggiare Messina. Ripartiamo da ciò di buono che abbiamo visto: considerando che ai Giochi di Tokyo mancano tre anni, diciamo che siamo all’anno uno».
 
Partiamo dalle donne che oggi sono già in campo contro la Macedonia per le qualificazioni europee. Cosa si aspetta da Crespi?
«Gli ho chiesto di vincere e di continuare a migliorare l’immagine di un gruppo giovane».
Dopo i riconoscimenti agli scorsi europei e il trionfale viaggio nella Wnba quale può essere sul movimento “l’effetto Zandalasini”?
«Enorme. L’attenzione mediatica che hanno avuto le Finals con Minnesota in campo la dicono lunga. Io credo che Cecilia sia la giocatrice europea più forte, considerando anche l’età. E anche se con le Lynx ha giocato poco, resta il fatto che ha l’anello di campionessa al dito. In Italia possono dirlo solo lei e Belinelli. E’ diventata un personaggio e una straordinaria testimonial, al punto che a fine anno lanceremo una linea di magliette dedicata a lei. Ma è sempre una ragazza disponibile, dall’aspetto bello e pulito».
Cecilia ha potuto barcamenarsi tra Schio, Nazionale e Minnesota. Non lo stesso avverrà con gli uomini, bloccati dalla Nba e dal caos Fiba-Eurolega. Sacchetti comincia in salita...
«La bellezza di Sacchetti è che non si lagna mai. E’ sempre positivo, come Tanjevic, Messina. Sa che fare l’allenatore della Nazionale è la cosa più entusiasmante che c’è e solo per questo devi svegliarti già con il sorriso. Non amo gli allenatori che pensano di dover affrontare delle guerre: parliamo sempre di partite di basket. Credo che nonostante tutto questa Nazionale parta sotto buoni auspici. Le prime sfide di qualificazione ai Mondiali con Romania e Croazia saranno impegnative, ma siamo assolutamente in grado di centrare uno dei 12 posti riservati alle europee».
Le ha fatto male la rinuncia di Datome?
«Gigi ci aveva già annunciato dopo gli Europei la volontà di prendersi un anno di riposo. Quindi, da quel punto di vista, il messaggio su Facebook non è stato una sorpresa. La non convocazione sua, di Melli e di Hackett erano già concordate, proprio perché non volevamo metterli in situazioni spiacevoli con i club. Sono altre le parole che, dal capitano azzurro, mi hanno fatto rimanere un po’ male (Datome, nella scelta tra Nazionale e club, legava il discorso più che altro a chi paga lo stipendio, ndc) ma ci siamo chiariti: la sua posizione è quella ed è giusto che lui la difenda».
In compenso ci saranno gli italiani di Milano, Abass e Fontecchio.
«Proli ha mantenuto ciò che aveva promesso».
Lo avrebbe fatto anche con altri giocatori? Abass e Fontecchio in Eurolega non giocano mai…
«Penso di sì. Mi ha sempre garantito che non avrebbe creato problemi alla Nazionale».
Come si risolverà questo muro contro muro tra la Fiba e l’Eurolega?
«Tutte le guerre finiscono, spero che anche in questo caso una soluzione si trovi. Però mettiamoci nei panni della Fiba, unico organismo della vicenda riconosciuto dal Cio, che si trova di fronte un ente privato che vuole imporre le sue regole. Perché dovrebbe avere torto la Fiba e ragione l’Eurolega? Le finestre delle Nazionali erano stabilite prima che l’Eurolega decidesse di aumentare le partite. L’Eurolega sta togliendo importanza ai campionati e oltretutto non dà diritto sportivo, è un circuito chiuso come la F1: perché Venezia che ha vinto lo scudetto non la gioca? Per questo non sono d’accordo quando sento i parallelismi con la Champions per il calcio…».
Torniamo alla Nazionale: che ruolo avrà Tanjevic?
«Sarà la mente pensante del movimento basket. Da direttore generale del settore tecnico dovrà mettere la sua esperienza al servizio della presidenza, del consiglio federale e, qualora lo richiedano, anche dei ct. Potrà darci suggerimenti a 360°, dall’organizzazione dei campionati all’impiego dei giocatori italiani».
Nota dolente. Come mai siamo secondi nel ranking europeo a livello giovanile e poi qualcosa si inceppa tra i “grandi”?
«L’Istat un mese fa ci ha mandato un’indagine con i numeri dei praticanti non tesserati in Italia. Il primo sport è il calcio, poi tutti gli sport dell’acqua, quindi il basket. Parliamo della fascia dai 12 ai 19 anni. Dobbiamo ora capire perché a 19 anni tanti lasciano perdere. Nessuno mi convincerà mai che noi non abbiamo giovani bravi quanto gli stranieri che arrivano nel nostro campionato. Capisco che molte società preferiscano puntare sull’usato “sicuro”, più che sull’investimento a lungo termine, ma i risultati poi si vedono. D’altra parte, quanti in Serie A possono permettersi di tesserare un giocatore straniero di quelli forti davvero? Milano. Basta».
Questo campionato potrà segnare una svolta?
«Lo spero. Torino gioca con gli italiani e lo fa ad alto livello. Idem Brescia, dove la pallacanestro ha sorpassato il calcio nonostante si giochi a Montichiari: e al Palazzetto c’è sempre la fila. Bologna è una neopromossa e con Zanetti ha creato un grandissimo entusiasmo. Lui e Baraldi sono due persone che non potranno fare altro che il bene di questo sport. E d’altra parte un motivo ci sarà se un imprenditore di livello mondiale come Segafredo ha deciso di investire».
Dalla Spagna arriva la voce di una candidatura congiunta Spagna-Italia per l’organizzazione degli Europei 2021…
«E’ una delle idee che abbiamo, ma adesso abbiamo un’altra priorità: vorremmo portare a Cividale del Friuli i mondiali 2019 del 3x3».
Mossa strategica in vista del debutto olimpico.
«Stiamo investendo molto con il supporto del Coni. A breve nomineremo un nuovo ct per la nazionale maschile visto che Marco Calvani è impegnato anche con il club e noi vogliamo un ct a tempo pieno: la specialità è in fase di lancio e ci serve un allenatore che sia sempre in giro per studiare bene la situazione. La guida tecnica delle donne, ottave nel ranking mondiale, è affidata ad Angela Adamoli».
Nel 3x3 siamo primi nel mondo per numero di tesserati, più della Cina…
«E siamo nati ieri. Dovete considerare che nel 3x3 sono competitive nazioni come Romania o Andorra che, facendo fatica a mettere insieme quintetti forti, si sono gettati subito sul basket a tre. Noi siamo molto giovani e abbiamo già questi grandi numeri, ora dobbiamo farli fruttare».
Capitolo Coni: si va verso la revisione degli statuti federali.
«Sono assolutamente d’accordo. Sarò in prima fila con Malagò, questo è un cambiamento che deve riguardare tutte le federazioni perché tanti statuti sono obsoleti. L’autoreferenzialità non è ammessa. Fa bene il Coni a procedere su questa strada».
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