Gianluca Cordella
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di Gianluca Cordella

Klay Thompson. Ovvero: quante cose si possono fare in 96 secondi

Klay Thompson. Ovvero: quante cose si possono fare in 96 secondi
di Gianluca Cordella
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Lunedì 5 Novembre 2018, 18:37
96 secondi. Sarebbero un minuto e 36, ma ragionare solo con i secondi fa sembrare il dato più limitato temporalmente e quindi più funzionale al discorso. E il discorso sarebbe quello del quante cose si possono fare in 96 secondi. In questo piccolo lasso di tempo, ad esempio, è stato stabilito il record di crowfunding, con l'iniziativa di una startup londinese che nel 2016 riuscì a raccogliere un milione di sterline, 1,3 milioni di euro. In 96 secondi. Un lampo temporale che, nell'emisfero Sud, assume una connotazione negativa, avendo stimato una ricerca sociologica – appunto – in 96 secondi la soglia di attenzione al volante degli automobilisti australiani. 96 secondi e poi ci si distrae. Non si è mai distratta la wrestler Ronda Rousey che in 96 secondi complessivi, quando combatteva nella UFC, ha difeso per tre volte la sua cintura di campionessa mondiale dei pesi gallo. E qui si entra nell'ambito sportivo per l'ultima impresa dei 96. Che poi è diventata famosa come l'impresa del 14, il numero delle triple che Klay Thompson ha mandato a bersaglio qualche giorno fa nel match che Golden State ha vinto 149-124 contro i Chicago Bulls.

Quattordici “bombe” che lo hanno portato a sfiorare il suo carrer high di 60 punti: si è fermato a 52, ma realizzati in appena tre quarti. Perché poi è scattato il garbage time e lo Splash brother meno pubblicizzato ha potuto rifiatare in panchina. Ma se è incredibile il numero di triple segnate da Thompson, che è tiratore formidabile ma che fino a quel punto della stagione aveva sparato dall'arco con un modesto 5/36, è ancora più incredibile un altro dato. Per l'impresa in questione la guardia dei Warriors ha tenuto in mano il pallone per soli 96 secondi. In tutta la partita. Un dato che dice molto. Soprattutto sul tipo di pallacanestro giocata da Golden State e sulla velocità di esecuzione di Thompson. Uno che, secondo dati di qualche tempo fa, tira da 3 il 64,3% delle volte sull'asse diretto ricezione-e-rilascio della palla. Senza palleggi, finte e altri fronzoli. Un'operazione che, mediamente, porta via a Klay 0,8 secondi del suo tempo. Un battito di ciglia. Nel quale Thompson riceve palla, innesca la sua meccanica di tiro e scaglia un pallone del diametro di 25 centimetri all'interno di una canestro che, a livello di diametro, è largo appena 20 centimetri in più. Ecco. Considerando tutti questi numeri, a me una partita da 52 punti con 96 secondi di palla in mano sembra una cosa davvero mostruosa. Al di là delle triple.
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