«Corri!» e Balotelli fuggì da Coverciano. Conte: «Io non ho tempo per cambiarlo»

«Corri!» e Balotelli fuggì da Coverciano. Conte: «Io non ho tempo per cambiarlo»
di Ugo Trani
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Martedì 18 Novembre 2014, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 21:00
dal nostro inviato

Le luci di San Siro non hanno illuminato i talenti del nostro calcio. Solo quelli della nazionale di Kovac: da Modric a Rakitic, campioni del Real e del Barça, passando per Perisic, gioiello del Wolfsburg. Ne avrebbe dovuto schierare uno anche Conte.

«Non sono così presuntuoso da ritenermi diverso da grandi allenatori: il passato insegna che loro non sono riusciti a cambiare Balotelli. Starà al giocatore, ma io non ho tanto tempo, e per certe cose ne serve».



Giusto questa mattina l'ultima parola di Antonio Conte sui problemi di crescita dell'attaccante del Liverpool, in una intervista esclusiva a Raisport che chiude idealmente il cerchio sull''ex leader azzurro Balotelli. Solo che il ct lo ha chiamato «uno qualsiasi» fin dal primo giorno in cui, lunedì scorso a metà mattinata, il centravanti dei Reds ha rimesso piede a Coverciano. Non era più stato con l'Italia dal 24 giugno scorso, dal pomeriggio dell'eliminazione dal mondiale brasiliano.



SuperMario sanno tutti come è fatto. All'Inter, al City, al Milan e ormai anche al Liverpool. Dunque Mourinho, Mancini, Allegri, ovviamente Prandelli e perfino Rodgers. Dall'Uno all'uno qualsiasi. Ecco che si è risentito. Ha sopportato per quattro giorni (nemmeno interi) e se n'è andato. Si è toccato l'inguine. I muscoli non tengono. Meglio abbandonare.



URLA NEL SILENZIO

Balotelli è, insomma, il campione scomparso. Convocato a Coverciano, a quasi 5 mesi dal mondiale e uscito di scena in meno di una settimana. Per l'infiammazione agli adduttori. E per la solita pubalgia. SuperMario, giovedì pomeriggio durante il test contro l'Under 18 (tra l'altro a porte chiuse proprio per evitare che il centravanti finisse nel mirino dei media), si è però arreso anche all'evidenza. Ultimo degli attaccanti, riserva di Pellè nel tandem di scorta alle spalle dei titolari Immobile e Zaza, quando è entrato per giocare gli ultimi 25 minuti non ha certo dato l'impressione di essere svogliato. Si è messo a correre, cercando l'attenzione di Conte. Improvvisamente si è però fermato. E ha cominciato a camminare. A quel punto il ct ha più volte invaso, urlando, il campo. Per stimolarlo. Niente da fare. Da quel momento il centravanti ha preparato la nuova fuga. Come quella sul pullman, dopo il primo tempo contro l'Uruguay a Natal. Quei 45 minuti sono gli ultimi che ha giocato in azzurro. Chissà se per sempre.



LENTO E FIACCO

Anche perché Conte ha verificato il suo potenziale durante le esercitazioni. Balotelli non lo ha convinto. Fisicamente non ha tenuto: ritmo troppo alto in allenamento. Anarchico nella tattica: al video ha studiato i movimenti. Pochi, ma da fare. E, invece, si è messo in mostra solo con la palla tra i piedi. E statico nella tecnica: ha faticato a calciare velocemente in porta. Come fa Giovinco. Il più piccolo e il più veloce del gruppo.