Malinconico e incompiuto Neymar riparte da niente

Malinconico e incompiuto Neymar riparte da niente
di Alberto Mauro
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Domenica 8 Luglio 2018, 10:30
La caduta degli dei non risparmia nessuno, dopo Cristiano Ronaldo e Messi anche Neymar abbandona la Russia a testa bassa, con più lacrime che sorrisi. Poteva essere il suo Mondiale, doveva esserlo dopo l’eliminazione di Germania, Spagna, Argentina, Portogallo e Uruguay, e invece O Ney esce in ginocchio, schiacciato dalla pressione, dai tacchetti degli avversari e dal paragone impietoso con Pelé (un po’ come Messi con Maradona). O Rei a 17 anni, nel ’58 in Svezia, si caricò il Brasile sulle spalle trascinandolo alla vittoria del Mondiale, con sei reti in quattro partite, compresa la doppietta in finale (5-2) contro la Svezia. Il ventiseienne Neymar chiude la sua deludente avventura russa ai quarti, con 2 gol e un assist, e in Qatar - tra quattro anni - ne avrà 30. Rischia di essere ricordato solo per i ruzzoloni (con spot e video virali online che irridono le sue capriole sul campo) e le grandi delusioni; nel 2014 fu “eliminato” dal fallo di Zuniga prima che la Germania frantumasse le speranze dei verdeoro a casa loro, una ferita ancora aperta. In patria oggi è lui il colpevole, più di Fernandinho o Gabriel Jesus. “Lezione dolorosa” titola O Globo con il numero 10 in prima pagina. Ancora più esplicito il sondaggio di Globoesporte: il 56% dei brasiliani lo ritiene primo responsabile della disfatta. Il Pallone d’Oro rimane un miraggio, così come i supplementari a Kazan, cancellati da una parata d’istinto di Courtois proprio su di lui. In quel preciso momento il Brasile ha perso le ultime speranze e il mondo è crollato addosso al ragazzo da 222 milioni (etichetta scomoda, come quella di cascatore/simulatore). La stella del PSG nell’ultima stagione ha vinto campionato e Coppa di Francia, ma ha anche litigato con mezza squadra e un discreto numero di avversari, fuori in Champions agli ottavi e out 3 mesi per un infortunio al piede. Manca di personalità secondo alcuni, è troppo sensibile alle critiche per altri. Con la maglia del Brasile ha faticato a coesistere con Coutinho dalla prima partita, e anche il rapporto con Tite non è mai decollato. 
LO SFOGO
Lo sfogo di Neymar arriva il giorno dopo, sui social. «Posso dire che è il momento più triste della mia carriera, il dolore è enorme perché sapevamo di poter andare oltre, arrivare fino in fondo e scrivere la storia. Ma non stavolta. Difficile trovare la forza di voler di nuovo scendere in campo, ma sono sicuro che Dio mi darà abbastanza energia per affrontare qualsiasi sfida. Sono orgoglioso di fare parte di questa squadra, il nostro sogno si è interrotto ma abbiamo ancora testa e cuore». Incompiuto, triste, e preso di mira dagli avversari, in campo e fuori. «Hanno parlato troppo, ora vadano a casa» il commento di O Ney dopo aver eliminato il Messico, puntuale dopo il Belgio è arrivata la replica del Messicano Guardado: “E ora chi va a casa?”. Adesso è tempo di vacanze per smaltire la delusione mondiale e pensare ad un futuro che potrebbe portarlo lontano da Parigi. Florentino Perez sta pensando proprio a lui per sostituire Cristiano Ronaldo, ad un passo dalla Juve: stavolta cade in piedi.
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