Quarantena finita, torna il tifo italiano: ecco la Bega Calcio

Quarantena finita, torna il tifo italiano: ecco la Bega Calcio
di Marco Presta
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Domenica 15 Luglio 2018, 09:27
E anche questo Campionato Mondiale di Calcio ce lo siamo tolto dalle scatole. Avrete notato che la Nazionale italiana non ha fatto parlare molto di sé in Russia e questo non per una naturale riservatezza dei nostri giocatori, ma perché non ci siamo qualificati. Abbiamo voluto avvantaggiarci rispetto alle altre grandi del calcio internazionale: Germania, Brasile e Spagna hanno fatto una figuraccia a Campionato iniziato, noi, con ammirevole lungimiranza, ancora prima. A farci fuori, come tutti sapete, sono stati gli Svedesi, un popolo verso il quale, prima di questo Mondiale, potevamo portare rancore solo per certi tragici sabato pomeriggio all'Ikea.

L'assenza dei nostri Azzurri ci ha lasciati orfani e abbiamo dovuto scegliere una squadra surrogato, un po' come quando il tuo candidato alle elezioni è escluso dal ballottaggio e tu sei costretto a dare il tuo voto a quello che ti ripugna meno. Pur di tifare per qualcuno, abbiamo scoperto di provare simpatie improvvise per paesi che non sapremmo localizzare con facilità sul mappamondo. Chi ha tifato per la Russia in omaggio a Tolstoj, chi per la Svizzera, memore del sorriso della Hunziker nella pubblicità di uno slip, chi per il Giappone perché ama il sushi. Nel corso di questo mese ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginare: un gommista del Quadraro esaltarsi per un gol del Perù, una coppia di fidanzati gioire davanti alla vetrina di un negozio di elettronica per una vittoria della Colombia. Insomma, in tempi di carestia ci si aggrappa a quello che si può, ci si ricorda di avere un amico del Senegal o un cognato con origini francesi e si converte questa vicinanza in sostegno calcistico. I respingimenti, che hanno fatto tanto discutere l'opinione pubblica nel corso di queste settimane, nel calcio non esistono: l'italiano è pronto ad adottare senza remore una Nazionale straniera e a fremere per questa.

Molti, spinti da spirito Donchisciottesco, hanno deciso di schierarsi con la squadra più debole, ma se la partita è Canada-Honduras... come ti metti? Altri invece hanno la tendenza a parteggiare per i più forti, per poi rimanere annichiliti e privi di fiducia nel futuro quando questi vengono rasi al suolo da una compagine meno prestigiosa. Adesso però - per fortuna - i Mondiali sono finiti e possiamo tranquillamente tornare a fregarcene della Croazia (calcisticamente parlando, s'intende). Siamo finalmente liberi di tornare a occuparci delle beghe del nostro pallone (la famosa Bega Calcio), dei problemi e delle speranze di Roma e Lazio e dei nuovi acquisti della Juventus: dopo Cristiano Ronaldo, sembra che la squadra degli Agnelli voglia ingaggiare Barack Obama come massaggiatore e il Dalai Lama come magazziniere. Mi permetto però, in conclusione, di rivolgermi al nuovo C.T. dell'Italia, Roberto Mancini. Una piccola raccomandazione. Gli italiani hanno bisogno di sentirsi protagonisti ai Mondiali, cerchiamo di non farci buttare fuori un'altra volta durante le qualificazioni. Se ci sono gli Azzurri in gara, tutto assume un altro sapore, anche assistere a Congo-Paperopoli in attesa di veder scendere in campo i nostri ragazzi. In poche parole, caro C.T., non costringeteci a un'altra estate malinconica: va bene la globalizzazione, ma gridare Forza Corea del Sud ci mette un po' di tristezza.
 
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