Cassano: «Stramaccioni? Con lui sono arrivato alle mani, la peggiore persona mai incontrata»

Cassano: «Stramaccioni? Con lui sono arrivato alle mani, la peggiore persona mai incontrata»
2 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Maggio 2018, 18:47
Alcuni passaggi dell’intervista a Antonio Cassano, per la rubrica "I Signori del calcio", in onda martedì 29 maggio alle 23 su Sky Sport 1. 

Chi è la persona migliore che hai incontrato nella tua carriera?
«La migliore che ho incontrato è stato il Presidente Garrone. Ancora oggi, a distanza di tanto tempo, mi emoziono sempre a parlare di lui, perché era una persona introvabile nel mondo del calcio, onesto, perbene, educato, generoso, rispettoso: aveva tutte le doti di un uomo perfetto. E mi voleva bene come un padre. Mi sono legato tremendamente a lui, che vedevo come il padre che non avevo mai avuto. Lui mi dava tutte le attenzioni, qualsiasi cosa avessi bisogno, mi dava consigli. L'errore più grande della mia vita è stato mancargli di rispetto, anche se poi ho chiarito».

 

Chi, invece, la peggiore?
«Ne ho incontrate tante, ma direi Stramaccioni. Non è stata una persona onesta, leale. Ti diceva una cosa davanti e tante altre dietro. Difficilmente sono arrivato alle mani con qualcuno, però con lui era giusto arrivare a tanto; era una persona che non mi piaceva e continua a non piacermi, e non mi piacerà mai. Perché se una persona nasce quadra non può morire tonda».

 

Sull’infanzia difficile:
«La mia infanzia è stata difficilissima perché non potevo mangiare, non avevamo soldi per andare avanti. Poi nascere a Bari nei vicoli è sempre complicato, puoi prendere strade sbagliate. Io mi reputo un ragazzo molto intelligente, perché sono arrivato ad un punto e mi sono detto che dovevo dedicare la mia vita solo al calcio, non ho mai bevuto né mi sono drogato».

 

C'è stato un bivio?
«Fino a 17 anni c’è sempre stato il pericolo che potessi dire dall’oggi al domani: “non faccio il calciatore, non guadagno niente, mi son stancato, prendo un’altra strada”. Il percorso pericoloso era sempre lì: fino a che non diventi professionista e guadagni dei soldi, ti viene da andare a guadagnare qualche soldo facile. Da quel punto di vista sono sempre stato a modo, andando dritto per la mia strada. La mia idea è sempre stata di dare una soddisfazione a mia mamma che ha fatto tutto per me e fare il calciatore. Avevo qualità incredibili e ho sfruttato la mia dote. Ho sempre voluto fare il calciatore, far stare bene mia mamma, star bene io, senza darle un’altra grande delusione, perché ne abbiamo avute tante».
© RIPRODUZIONE RISERVATA