Betturri-Capponi, attenti a quei due:
«La nostra amicizia oltre il risultato»

Betturri-Capponi, attenti a quei due: «La nostra amicizia oltre il risultato»
di Ugo Baldi
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Lunedì 19 Marzo 2018, 20:24
L’amicizia tra i presidenti del Trastevere Betturri e del Monterosi Capponi resta ben salda. Chi credeva che dopo il successo della formazione romana ( 3-1) contro quella biancorossa poteva incrinare i rapporti sarà rimasto deluso.
Calcio e amicizia e rispetto reciproco vanno ancora a braccetto nei campionati dilettanti. «È stata una vera soddisfazione aver rivisto, in trasferta, un grande Trastevere - ha detto Pier Luigi Beturri - che con un eccellente gioco di squadra ha sconfitto il Monterosi. Tuttavia mi è assai dispiaciuto aver dato un'amarezza al mio amico Luciano Capponi presidente del Monterosi e compagno di tante battaglie comuni in favore del fair play, della sportività e della legalità nel mondo del calcio. Come al solito calorosa e amichevole è stata l'accoglienza riservata al Trastevere calcio dalla società del Monterosi e dal sindaco della città dottor Sandro Giglietti autentico appassionato di calcio è vero sostenitore dello sport».
La riposta di Capponi: «Sconfitta meritata e onore al Trastevere – ha detto - dell’amara domenica rimane la certezza di un’amicizia onesta e corretta, nonostante le chiacchiere e le calunnie che giravano sui “social. E questo, credetemi, vale molto di più di una sconfitta».
Capponi è riuscito perfino a scherzarci sopra come un vero mago del teatro .« “E sotto il maestrale urla e biancheggia il mar”, che nel nostro caso era il lago del Martoni e il vento spirante contro di noi. Mi sono detto: “Ma nel secondo tempo vedrai che smetterà…”. E così è stato, il vento si è placato a tal punto che il Presidente del Trastevere, accanto a me, ha sussurrato melanconico e struggente: “ Ma allora avevi ragione, quando me lo dicevi alla fine del primo tempo non potevo crederci, come la chiamiamo, sfortuna?”. Se poi ci mettiamo una traversa su l’uno a uno e l’espulsione di Salvatori in una difesa già decimata dalle assenze, non possiamo che inginocchiarci pregando la Dea bendata di aiutarci un po».

 
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