Juventus-Milan, una “ex classica” travestita da finale di Coppa Italia

Juventus-Milan, una “ex classica” travestita da finale di Coppa Italia
di Gianfranco Teotino
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Lunedì 7 Maggio 2018, 13:06
C'era una volta, non tanto tempo fa, il derby d'Europa. Juventus-Milan. La squadra più vincente d'Italia contro la più vincente nelle competizioni internazionali. Quando il campionato italiano era il più bello del mondo. Quando i Messi e i Cristiano Ronaldo della loro epoca, diciamo i Maradona e gli Zico, non giocavano nel Barcellona e nel Real Madrid, ma nel Napoli e nell'Udinese, sì nell'Udinese. Quando le Coppe europee non erano terra di conquista soltanto di Milan, Juventus o Inter, ma anche di Lazio, Sampdoria, Parma; e in finale ci arrivavano Roma, Fiorentina, Torino. Oggi i derby d'Europa si giocano in Spagna o in Inghilterra, ahinoi. Juventus-Milan è semplicemente una ex classica, che ritorna sotto forma di finale di Coppa Italia. Non una coppetta, comunque, a differenza di quanto cerca di far credere chi non riesce ad andare avanti.
 
IL RECORD
La Juventus si gioca un altro record, l'ennesimo di questa squadra straordinaria, per forza calcistica e potenza economica nazionale. Il Milan si gioca un pezzo di futuro, uno squarcio di sereno fra le nubi del suo assetto societario presente e futuro. Quattro Coppe Italia consecutive non le ha mai vinte nessuno. Scendere in campo sapendo di avere già il settino scudetto consecutivo imbastito sulle maglie consentirà ai freschi campioni d'Italia virtuali di non risparmiare le ultime energie rimaste dopo una stagione abbastanza logorante. Il record poi vale doppio perché sarebbero quattro i double consecutivi, campionato più Coppa Italia, a testimonianza di un dominio assoluto e incontrastato. Eppure, c'è chi ha visto nelle ultime prestazioni della squadra di Allegri qualche incrinatura, come se la beffa di Madrid non fosse stata digerita.

LA STANCHEZZA
E' una Juventus tanto stanca, di testa e di fisico, da lasciare più di una semplice speranza al Milan? In realtà, dalle difficoltà patite con Inter e Bologna è uscita bene e alla distanza, anche se è impossibile dire come sarebbe finita senza la spintarella delle mancate espulsioni di Pjanic e Rugani. Il Milan invece sta bene, complessivamente la cura Gattuso l'ha rinvigorito. Ma dopo gli exploit di gennaio-febbraio contro Lazio e Roma non è più riuscito a battere squadre che lo precedono in classifica e in Europa League è caduto sul primo ostacolo significativo (Arsenal). Insomma, la distanza fra le due finaliste, per valore assoluto, profondità di organico e personalità resta enorme.

GOL CERCANSI
Il Milan, specialmente con il rientro di Romagnoli, ha ora una solidità difensiva importante, ma il suo gioco non riesce a mettere gli attaccanti nelle condizioni migliori per realizzare. Gattuso si è lamentato spesso per l'assenza di un centravanti da 20 gol, ma i vari Cutrone, Kalinic e Andre Silva non possono essere considerati unici colpevoli della scarsa incisività rossonera. troppo soli là davanti. Suso e Calhanoglu sono giocatori di talento, ma più centrocampisti che attaccanti. Quella rossonera è una squadra che tira poco in porta e l'assenza di Biglia, infortunato, toglie ulteriore qualità alla manovra. La Juventus ha molte più soluzioni, non soltanto offensive. L'unico vero difetto, in questo finale di stagione, è la pigrizia, spesso favorita dalle scelte iniziali conservative di Allegri. E' una squadra talmente abituata a vincere che tende a fare il meno possibile per arrivare al risultato. In una finale questa non è mai una buona tattica.
 
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