Campionati sempre più in bilico, l'ipotesi di un'Europa senza campioni

Lo stadio Olimpico di Roma (foto Mancini)
di Romolo Buffoni
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Sabato 28 Marzo 2020, 06:00
Terminare la stagione a tutti i costi. Limitare i danni economici coinvolgendo i calciatori con sospensione e/o tagli agli ingaggi. Il calcio in Europa è fermo, così come (quasi) in ogni angolo del mondo. In "campo" Leghe e Federazioni, che trascorrono la quarantena per cercare di capire come far rotolare il pallone fuori da questa tragedia epocale chiamata coronavirus.
Nel Vecchio Continente la voce dei club più prestigiosi è quella dell'Eca (European Club Association) presieduta da Andrea Agnelli che, ieri, è stato fin troppo chiaro: «Stiamo fronteggiando una vera minaccia esistenziale», ha detto il presidente della Juventus in una lettera inviata ai membri Eca in cui si stabiliscono gli obiettivi «definire strategie realistiche per ricominciare a giocare a calcio a livello nazionale ed europeo, con la salute del pubblico e dei giocatori come principale preoccupazione; e definire dei sistemi per aiutare a gestire i bilanci dei club in questa fase di crisi sociale ed economica».
Sul tavolo tutte le carte sparpagliate dalla bufera, che bisognorebbe riuscire a rimettere in ordine. Nessuno, però, sa quando sarà possibile tornare a giocare. In Germania la Bundesliga è ferma alla 25^ giornata sulle 34 in calendario: Bayern primo con 4 punti di vantaggio sul Dortmund, 5 sul Lipsia e 6 sul Gladbach. Per ora si ritiene che il torneo debba star fermo fino al 30 aprile e tutte le squadre si dicono determinate a giocare, anche se nessuno sa come e quando. Fredi Bobic, ds dell'Heintracht Francoforte, ha anche ipotizzato una «Bundesliga in campo tutti i giorni» pur di concludere il torneo assegnare il titolo di Campione di Germania, stabilire i piazzamenti utili per le coppe e decretare le retrocessioni. Tutto da chiudere però entro il 30 giugno.
Ed è il tempo a disposizione che farà la differenza e costringerà tutte le Leghe europee ad andare nella stessa direzione per non compromettere anche la stagione successiva e agevolare la conclusione anche di Champions ed Europa League, le cui finali sono già state fatte slittare a data da destinarsi.
Se il calcio italiano nelle parole del presidente della Figc Gabriele Gravina si dice pronto a giocare «anche in piena estate, anche a luglio e agosto» (seguito dal ministro dello sport francese che si è detto disposto a far finire la Ligue 1 nche a settembre) lo stesso non si può dire di Inghilterra e Germania. Anche la Premier League ha fissato la fine dello stop per il momento al 30 aprile, ma la pretesa del movimento è quello di concludere tutto entro giugno. La situazione in Inghilterra è la più complicata perché, se il campionato tutto sommato è ben messo con 28 giornate in archivio su 38 (e la 29^ giornata è stata iniziata dalla metà circa delle 20 partecipanti) oltremanica ci tengono a concludere anche e soprattutto la Fa Cup che è il torneo più antico del mondo. Per assegnare la Coppa d'Inghilterra mancano i quattro quarti di finale (in gara secca con eventuali replay), le quattro semifinali (andata e ritorno) e ovviamente la finale di Wembley. Il Liverpool è lanciato a vincere il titolo dopo 30 anni di astinenza, vanta 25 punti di vantaggio sul City ma, se qualche giorno fa i club rivali si erano detti pronti in causa di sospensione definitva ad assegnare ai Reds lo scudetto (a Klopp mancherebbero aritmeticamente solo due vittorie per farcela), ora sale il partito di chi nella disgraziata ipotesi propende per la non determinazione dei titoli sportivi.
Di tutti i maggiori campionati d'Europa, quello più in ritardo è proprio la serie A che deve ultimare 12 turni (per otto club sono 13) ed è anche il torneo più in bilico con la Juve in testa a quota 63 seguita a una lunghezza dalla Lazio e a 9 dall'Inter (che però ha una gara in meno). Insomma, assegnare gli scudetti se non si ricomincerà a giocare entro maggio diventerà una vera impresa. Si rischia un'Europa senza campioni.
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